domenica 25 ottobre 2015

Lotta contro la geotermia: legittima difesa dell’ambiente


 

Si inasprisce la lotta dell’ ITW LKW Geotermia Italia S.p.a.* con l’obiettivo di ottenere le autorizzazioni per realizzare gli impianti geotermici di Castel Giorgio e Torre Alfina.

Infastidita dall’opposizione compatta della cittadinanza e di tutte le amministrazioni comunali del comprensorio, l’ITW LKW (consigliata probabilmente dalle società di “consensus building” cui fa riferimento) ha deciso di ricorrere a pressioni, minacce e denunce nei confronti di chi esprime o pubblica informazioni contrarie al progetto.
 
manifestazione sull'altopiano dell'Alfina - no alla geotermia speculativa
 
Alcune delle azioni intraprese:

- minaccia al Sindaco di Acquapendente Alberto Bambini perché ha permesso a chi è contrario al progetto di esprimersi (link);

- denunce “in merito alle dichiarazioni effettuate durante l’orario di lezione da alcuni professori e dalla preside dell’istituto omnicomprensivo “Leonardo Da Vinci” di Acquapendente a proposito della convocata manifestazione di domenica 11 sull’altipiano dell’Alfina per manifestare contro la geotermia” (link);

- denuncia nei confronti di Piero Bruni, presidente dell’associazione Lago di Bolsena, “per procurato allarme” perché ha dichiarato che l’impianto inquinerà con arsenico ed altre sostanze cancerogene sia il lago di Bolsena sia l’acquifero superficiale che alimenta la rete potabile della Provincia di Viterbo;

- denuncia quale correo al giornalista autore dell’articolo che riporta le dichiarazioni di Bruni (link).

manifestazione sull'Alfina

Dato che molti esperti autorevoli e anche il tavolo tecnico della Regione Lazio confermano l’esistenza reale del rischio d’inquinamento della falda acquifera del Lago di Bolsena, nonché il rischio di terremoti indotti dall’esercizio degli impianti geotermici, è palese il vero obiettivo delle azioni legali: non una corretta informazione della cittadinanza, ma l’intimidazione e la soppressione dell’espressione libera di opinioni fondate su dati scientifici.

Vorremmo anche aggiungere che l’ingegner Bruni stesso non è uno sprovveduto in materia, avendo trascorso la sua vita lavorativa quale ingegnere specializzato in prospezioni geofisiche del sottosuolo. Notiamo anche che da più di 20 anni è attivo, volontariamente e senza ricavarne alcun profitto, nella salvaguardia dell’ambiente del Lago di Bolsena.  

Colpisce il fatto, che la ITW  Ingenieurunternehmung AG (link) è ansiosa, nel Liechtenstein, a presentare un’immagine seria e pulita di se stessa, sottolineando la sua competenza tecnica e il suo impegno sociale ed ambientale. L’ITW LKW geotermia S.p.a. invece si distingue nettamente dalla casa madre: diffonde giudizi deliranti sul piano scientifico, minaccia e denuncia chi esprime opinioni discordanti.

Perché in Italia la “costruzione del consenso” si limita alla soppressione dell’opposizione e alla prevaricazione del potere finanziario, mentre altrove, p. e. in Svizzera (il presidente dell’ITW è diplomato del prestigioso ETH di Zurigo) co-progettazione, trasparenza e coinvolgimento della cittadinanza negli importanti progetti sono all’ordine del giorno (meccanismi richiesti dalle leggi vigenti anche in Italia, ma ignorati)?

Dà comunque speranza e coraggio agli oppositori l’assoluzione (“perché il fatto non sussiste”) dello scrittore Erri De Luca accusato di istigazione a delinquere perché sosteneva “che la linea sedicente ad Alta Velocità va intralciata, impedita e sabotata per legittima difesa del suolo, dell’aria e dell’acqua” (link). Esempio lampante che, anche in Italia, “la parola contraria sussiste e non costituisce reato”.

Erri De Luca in tribunale
 
Riportiamo in seguito la lettera aperta dell’ingegner Bruni in risposta alla querela dell’ITW LKW:

 

ITW&LKW Geotermia Italia S.p.A ha presentato alla Procura della Repubblica di Viterbo, una querela-denuncia penale nei miei confronti con quantificazione del danno “per procurato allarme” perché ho dichiarato che il loro impianto inquinerà con arsenico ed altre sostanze cancerogene sia il lago di Bolsena sia l’acquifero superficiale che alimenta la rete potabile della Provincia di Viterbo. E’ stato denunciato quale correo anche il giornalista autore dell’articolo poiché, a loro dire, avrebbe dovuto accertarsi della fondatezza delle dichiarazioni.

La suddetta società non fa altro che presentare esposti e querele avventandosi contro sindaci, comitati di cittadini e persino contro presidi e professori di scuola. Sono denuncie “urbi et orbi” al fine di intimorire anche i giornalisti che riferiscono le nostre e loro opinioni per dovere di cronaca. Potrei denunciare la s.p.A. e chi la dirige per “tentato disastro ambientale” ma non scendo al loro livello, tanto più che con queste minacce hanno rivelato la loro vera natura e si spera che i Ministeri, i Presidenti delle Regioni Lazio ed Umbria, i Sindaci e la Popolazione si rendano conto con che gente hanno a che fare e che, peggio ancora, potrebbero avere a che fare per i prossimi 20 o 30 anni.

La ITW&LKW Geotermia Italia S.p.A. ha un capitale di un milione di euro, ma il costo dell’impianto è dell’ordine di 25 milioni di euro e per realizzarlo deve aumentare il capitale o trovare sul mercato finanziario nazionale e internazionale quanto necessario, ma può farlo solo dopo aver ottenuto l’autorizzazione dell’impianto. L’altisonante ragione sociale ITW&LKW Geotermia Italia induce a far credere che facciano parte della compagine italiana due note società del Liechtenstein, invece se vai a vedere scopri che il 100% delle azioni appartengono a un unico socio austriaco (sotto forma societaria) specializzato in operazioni finanziarie, ma senza esperienza in impianti geotermici e senza il capitale necessario per realizzarli. Per l’impiantistica la S.p.A. italiana si è rivolta a consulenti esterni, per l’ambiente non ha argomenti validi e ricorre ad intimidazioni, per la parte finanziaria è scoperta, senza alcuna garanzia per realizzare l’impianto, risarcire eventuali danni e ripristinare il sito.

L’accanimento intimidatorio “urbi et orbi” si deve al fatto che entro poche settimane le Regioni Lazio e Umbria dovrebbero decidere se autorizzare o meno l’impianto di Castel Giorgio. Il valore delle azioni varierebbe da poco a molti milioni di euro il giorno stesso delle decisioni regionali. L’eventuale vendita delle azioni potrebbe interessare chiunque voglia investire 25 milioni di euro nella prospettiva di realizzare un buon affare grazie ai generosi incentivi offerti dallo stato italiano. Si sottolinea la parola chiunque perché sarebbe il socio austriaco a scegliere l’azionista controparte e non lo Stato italiano, ma la provenienza di quel denaro potrebbe essere non controllabile.

Una adeguata struttura finanziaria di qualsiasi proponente è condizione necessaria ma non sufficiente, posto che è prevalente la tutela ambientale (inquinamento della falda idropotabile, rischio sismico, ecc.). Comunque per qualsiasi piccolo appalto pubblico è necessaria la qualificazione ufficiale e altre certificazioni inclusa quella antimafia. Nel caso in oggetto, di grande interesse pubblico e quantificabile in diecine di milioni di euro si prospetta di concedere l’autorizzazione ad una controparte sconosciuta, ossia quella che acquisterà le azioni eventualmente vendute dal socio austriaco.

Lo Stato dovrebbe trattare esclusivamente con società trasparenti, con idonee referenze, che presentano un piano finanziario e industriale credibile. Fra l’altro non è vero che il socio austriaco porta capitale straniero in Italia dato che poco tempo dopo sarebbe molto di più il capitale che andrebbe nella direzione opposta.

Piero Bruni

 

 

* sede legale a Torino, sede operativa a Roma, Via di Porta Pinciana. Nata dallo sposalizio tra la ITW Ingenieurunternehmung, un’impresa del Liechtenstein attiva nel project management (agendo comunque con l’unico interesse finanziario), e la LKW, l’equivalente liechtensteinese dell’ENEL
 
 

sabato 5 settembre 2015

Geotermia: verso la decisione - parte seconda


Allo sfruttamento della geotermia nel comprensorio del Lago si oppongono fermamente la Provincia di Viterbo, tutti i Comuni del comprensorio del Lago e la cittadinanza. Con dichiarazioni pubbliche, anche vari esponenti della Regione hanno manifestato la loro opposizione, p. e. nella conferenza di Montefiascone del 15 maggio 2014. Stranamente, queste affermazioni in sostegno dei sindaci e della cittadinanza sono contraddette dall’atteggiamento effettivo della Regione, dove risalta il silenzio che equivale a un tacito assenso ai progetti geotermici (per informazioni sul quadro politico-amministrativo vedi la prima parte del post).

Attesa nervosa quindi in vista della conferenza di servizi dell’8 settembre dov’è indispensabile che la Regione Lazio si opponga energicamente al danno ambientale che comporterebbe l’impianto geotermico di Castel San Giorgio. Danno dovuto soprattutto al fatto che la centrale reinietta i reflui geotermici sotto il bacino idro-geologico del Lago di Bolsena (se pure l’impianto è collocato in Umbria).

Come evidenziato nel ricorso al TAR promosso dal Presidente della Provincia di Viterbo e da sette Comuni umbri e laziali, la reiniezione, oltre ad aumentare il rischio sismico, aumenterà la concentrazione di arsenico nella falda superficiale dalla quale viene attinta l’acqua potabile per la provincia di Viterbo e anche nell’acqua del lago.

Geyser
Nervosismo tradisce anche la reazione della ITW-LKW, con un articolo del 21 agosto sul Corriere di Viterbo, in risposta alla “Lettera aperta al Presidente della Regione Lazio On. Nicola Zingaretti” dell’associazione Lago di Bolsena del 20 agosto.

La società accusa gli oppositori di “disegno premeditato di confusione mediatica e di voluto allarmismo …” e minaccia: “Richiamiamo pertanto il Signor Bruni a tutte le sue responsabilità per le sue dichiarazioni errate sotto un profilo tecnico e scientifico”.

Nega inoltre l’esistenza reale di rischi, per quanto riguarda il pericolo di contaminazione della falda di acqua potabile: “ … l’acquifero profondo della zona Torre Alfina – Castel Giorgio, è perfettamente isolato da una efficiente copertura di rocce a bassa permeabilità”. La prova ne sarebbe: “ … se quanto dichiarato dal signor Bruni fosse vero e quindi a maggior ragione credibile, da sempre l’acqua del Lago di Bolsena avrebbe una temperatura standard oscillante tra i 140 e 150 gradi centigradi. Praticamente, emetterebbe costantemente fumi da ebollizione.”

Ora, gli studi geologici dimostrano che la copertura dell’acquifero geotermico è tutt’altro che “perfettamente isolante” poiché fortemente fratturata permettendo, anche nello stato di equilibrio attuale, la risalita di fluidi e vapori – sappiamo tutti che nel bacino del Lago esistono numerose sorgenti termali. Questa risalita rischia di aumentare drammaticamente in seguito alla reiniezione ad alta pressione dei fluidi geotermici.

Stupisce l’argomento “decisivo” circa “l’ebollizione” del Lago. Stupisce e preoccupa, perché dimostra una profonda ignoranza scientifica: vogliamo veramente affidare il futuro del Lago nelle mani di tali attori?

lago in ebollizione
La ITW-LKW minimizza anche il rischio sismico, evitando però di entrare nei dettagli della realtà del territorio. Cita uno studio del geofisico neozelandese Chris Bromley (invece di appoggiarsi su vari studi di esperti italiani e europei) concludendo sommariamente che “L’esperienza mostra che gli eventi sismici indotti nei progetti geotermici sono generalmente [sic!] di piccola magnitudo”. Ricordiamo soltanto che nel nostro territorio della “civiltà del tufo” anche un “generalmente piccolo” terremoto, che lascerebbe illesi gli edifici a Wairakei, rischia di provocare gravi danni nei nostri centri storici (interessante in questo contesto il confronto con il "leggero" sisma indotto nella zona del Monte Amiata con numerosi danni attribuibili allo "scarso comportamento antisismico delle vecchie strutture in pietra"; vedi il rapporto).

Fuorviante anche l’affermazione della società che nel progetto di Castel Giorgio “si tratta di uno sfruttamento idrotermale classico” (e quindi senza rischio sismico).

L’impianto pilota di Castel Giorgio presenta varie criticità irrisolte, di grande impatto ambientale, riconosciute anche dal tavolo tecnico della Regione Lazio, tra cui:

- un rischio sismico impossibile da prevedere;

- un rischio quantitativo e qualitativo di contaminazione della falda di acqua potabile.

origini dei sismi causati dall'uomo (servizio sismico svizzero)
Crea profondo malessere il fatto che non c’è mai stato un confronto aperto degli argomenti scientifici opposti (p. e. un hearing pubblico), in seguito a cui una commissione competente e indipendente avrebbe potuto discutere e decidere, apertamente, sulla compatibilità dell’impianto con le esigenze del territorio.

Negli giorni scorsi si sono susseguiti varie pubblicazioni: un comunicato stampa dell’associazione Lago di Bolsena rivendicando la sua posizione, articoli dei politici falisci Pietro Venturini (portavoce del M5S di Montefiascone che chiede l’opposizione del sindaco Cimarello) e Renato Trapé (delegato comunale all’ambiente che intitola: “Geotermia: non vogliamo che a decidere siano persone in conflitto d’interessi”), una risposta dell’ITW-LKW a Venturini, una lettera aperta “Agli Onorevoli componenti della Commissione Ambiente del Lazio” firmata dal presidente dell’associazione Lago di Bolsena, un articolo dell’ITW-LKW che nega l’esistenza di conflitti d’interesse, la risposta di Trapé che presenta le prove per questo conflitto.

Tutta la rassegna stampa si può consultare qui
carta dei sismi causati da progetti geotermici a Basilea, 2006/2007

venerdì 4 settembre 2015

Geotermia: verso la decisione - parte prima


Sono imminenti ormai importanti decisioni che definiranno il destino della geotermia ad alta e media entalpia nel comprensorio del Lago di Bolsena. 

Va premesso che la ITW-LKW è titolare di un concessione a nord di Bolsena la cui superficie è per un terzo nell’Umbria e due terzi nel Lazio. Nella parte umbra la società ha chiesto l’autorizzazione per l’impianto di Castel Giorgio, mentre nella parte laziale ha chiesto l’autorizzazione per un secondo impianto denominato Torre Alfina. La procedura per l’autorizzazione di Castel Giorgio è alla sua fase conclusiva, mentre quella per Torre Alfina è appena avviata.

centrale geotermica
La procedura richiede che oltre all’approvazione del Ministero allo Sviluppo Economico occorra il consenso della Regione pertinente, ossia dell’Umbria nel caso di Castel Giorgio. Al momento non sappiamo se tale consenso verrà accordato; dovremmo saperlo martedì 8 settembre durante la Conferenza dei Servizi convocata dal Ministero. 

Alla Conferenza sono convocati i comuni interessati e limitrofi, ad esempio quelli di Castel Giorgio e Acquapendente, ed anche la Regione Lazio, affinché esprimano il loro parere finale, pur non essendo determinante. La Regione Lazio avrebbe la possibilità di fermare la procedura con una diffida dato che la stessa ITW-LKW ha ammesso che con i pozzi deviati scarica a pressione sotto il bacino idrogeologico del lago di Bolsena i fluidi geotermici (cancerogeni) utilizzati dall’impianto e prelevati sotto il bacino del Tevere. 

La convocazione della conferenza è in dispregio dei contenuti della Risoluzione Parlamentare del 15 aprile 2015 che impegna il Governo ad una moratoria delle autorizzazioni di sei mesi con il proposito di emanare delle linee guida per definire dove si può autorizzare o meno la geotermia. Appare chiaro che il governo vuole ad ogni costo approvare il progetto nel timore che i nuovi regolamenti possano impedirlo. Perché mai il Governo prevarica le commissioni parlamentari? Forza delle lobby geotermiche? Fin dove possono arrivare?

Perché la Regione Lazio non interviene? Perché se l’impianto di Castel Giorgio venisse bocciato, sarebbe compromessa anche l’autorizzazione di Torre Alfina? Il silenzio regionale, che equivale a un assenso, diventa comprensibile se si pensa che sono in gioco lucrose royalties (pagate dai contribuenti nelle bollette elettriche). Se fosse approvato il progetto di Castel Giorgio si aprirebbe la strada allo sfruttamento su grande scala della geotermia attorno al Lago dato che si moltiplicano le richieste di concessione, che attorno al lago sono già più di 20, di cui 4 solo sull’altopiano dell’Alfina. Una pioggia d'oro per le lobby e i loro promotori.

Ci va di mezzo la tutela del lago e del patrimonio termale e relativa attività economica. Come evidenziato nel ricorso al TAR promosso dal Presidente della Provincia di Viterbo e da sette Comuni umbri e laziali, la reiniezione, oltre ad aumentare il rischio sismico, aumenterà la concentrazione di arsenico nella falda superficiale dalla quale viene attinta l’acqua potabile per la provincia di Viterbo e anche nell’acqua del lago.

Su questi argomenti è in corso un dibattito sul Corriere di Viterbo fra le parti interessate che può essere consultato su questo link. Oltre agli argomenti trattati che riguardano la contaminazione della falda di acqua potabile e il rischio di terremoti indotti (questi aspetti tecnici saranno trattati nella seconda parte di questo contributo), è sorto ultimamente anche il dubbio che non sia legale conferire l’autorizzazione dell’impianto di Castel Giorgio ad una società il cui capitale sociale è di soli 200.000 euro, dato che non garantirebbe il rimborso di eventuali danni all’ambiente, alle persone, alle cose, il ripristino del sito, ecc. Non è da escludere un ricorso al Tribunale Amministrativo.

Rimane aperta la grande domanda: La Regione Lazio troverà l’8 settembre il coraggio di difendere il lago di Bolsena e di dire No alla lobby geotermica?

Piero Ginori Conti e il suo primo impianto geotermico a Larderello

domenica 30 agosto 2015

Alla ricerca della verità: ARPA, Legambiente, associazioni ambientaliste


Non si placano le discussioni circa lo stato delle acque del Lago di Bolsena. Mentre le amministrazioni di vario livello sostengono stoicamente l’eccellenza della qualità delle acque, il parere della cittadinanza è più variegato: da “qualità ottima” a “fogna a cielo aperto”. Dov’è la verità?

Spesso si confondono due concetti diversi di qualità delle acque, che invece occorre distinguere nettamente: l’uno descrive lo stato ecologico delle acque, l’altro lo stato igienico-sanitario delle acque di balneazione.

Lo stato ecologico descrive lo stato di salute globale del Lago, nel senso di una visione d’insieme dei vari parametri che incidono sul benessere di tutto il corpo d’acqua.

Lo stato igienico-sanitario ci informa sulla purezza delle acque di balneazione in vicinità delle rive del Lago e sul loro eventuale inquinamento batteriologico.

 
È la qualità igienico-sanitaria l’oggetto delle discussioni accese di quest’estate riguardo ai dati “ufficiali” pubblicati dall’ARPA Lazio e alle informazioni divergenti provenienti dal campionamento della Goletta dei Laghi di Legambiente e da osservazioni di cittadini (vedi gli ultimi post "Lago di Bolsena inquinato ..." e "Goletta dei Laghi 2015 ...").

Vari meccanismi minacciano la balneabilità delle acque – sversamenti dal sistema fognario circumlacuale e dalle reti fognarie comunali, inquinamento proveniente dai numerosi fossi che raggiungono il Lago, sversamenti puntuali da case o esercizi turistici lungo le rive, sversamenti da barche turistiche …

Finora, per questo anno, si è riuscito a evitare (a parte alcuni brevi malfunzionamenti) grandi sversamenti dal fatiscente collettore circumlacuale su spiagge frequentate, grazie all’instancabile impegno della squadra del COBALB e alla strategia di utilizzare la stazione di pompaggio 9 (Gran Carro) come “valvola di sicurezza” del sistema: una strategia di scarichi periodici “controllati” per evitare il sovraccarico delle stazioni a valle, a cui potrebbero essere riconducibili le ampie strisce di acqua con schiume osservate negli ultimi giorni tra le spiagge meridionali di Bolsena e l’Isola Bisentina (vedi link).

Per quanto riguarda le reti comunali, un netto miglioramento è stato raggiunto a Capodimonte, in passato uno dei tratti più critici delle spiagge. Accogliendo la richiesta insistente della cittadinanza, il Comune ha provveduto ad una accurata sorveglianza e manutenzione del lungo tratto, con quattro sottostazioni, che corre sul Lungolago di Capodimonte, evitando così ogni importante sversamento.

Irrisolto rimane invece il problema dei fossi, fonte di inquinamento batteriologico delle spiagge quando vi giungono scarichi (spesso nascosti o coperti) abusivi. Basta una precipitazione modesta che alimenta i corsi d’acqua, di solito asciutti d’estate, per provocare anche forti inquinamenti delle spiagge. Ugualmente irrisolti i problemi degli esercizi turistici e di altri edifici lungo le coste dove manca il monitoraggio e la certificazione degli scarichi, e delle barche che scaricano “a mare”.

Secondo noi, non esiste nessuna contraddizione tra le analisi dell’ARPA, che trova acque balneabili in campioni presi una volta al mese in periodi senza piogge, e la Goletta dei Laghi che, alla foce dei fossi, ha trovato acque inquinate all’inizio dell’estate in un periodo con leggere precipitazioni. Stesso risultato per prelievi fatti da cittadini in agosto: acque inquinate dopo le precipitazioni attorno a Ferragosto che portavano nel Lago il carico batteriologico accumulato precedentemente.
 
 
Carta del Lungolago di Capodimonte, con indicazione di stazioni di pompaggio comunali (piccoli rettangoli rossi) e del COBALB (grande rettangolo rosso), delle foci dei fossi (tratti rossi), dello scarico troppo pieno della stazione 19 alla foce del fosso San Sebastiano (punto rosso) e del punto di prelievo dell’ARPA (punto blu). Nel grafico la densità dei bagnanti sul Lungolago in unità arbitrarie
 

Una carenza evidente della sorveglianza igienico-sanitaria effettuata dall’ARPA è illustrata qui sopra: sulla lunga spiaggia di Capodimonte l’unico prelievo, che è decisivo per valutare la balneabilità in tutto un lungo tratto (codice 91) che include il Lungolago e anche le acque del promontorio, è preso alla foce del fosso Tavolino, lontano dalle fonti importanti d’inquinamento, in un punto dove l’afflusso dei bagnanti è effettivamente zero (mentre il D. lgs. del 30/03/2010 dispone: “Al fine di localizzare la stazione di monitoraggio, all’interno di ciascuna acqua di balneazione, si dovrà considerare il punto in cui il profilo abbia individuato il rischio più elevato di inquinamento o la zona in cui si prevede il maggior afflusso di bagnanti”). Inoltre, considerato il rischio elevato e diffuso di “inquinamenti a breve durata”, la frequenza dei campionamenti è troppo bassa come anche la densità dei punti di prelievo.

Prendendo atto di queste carenze, la cittadinanza si sta organizzando per monitorare indipendentemente la qualità delle acque di balneazione e per procedere a individuare sistematicamente gli scarichi abusivi nei fossi. Decisioni in questo senso sono state prese in una recente riunione convocata dal gruppo Lago di Bolsena in Mobilitazione.

Lo scopo è di contribuire, in collaborazione con le amministrazioni, a eliminare le molteplici fonti di inquinamento, e di garantire la balneabilità delle spiagge e la tutela globale della salute del Lago.

 


Per quanto invece riguarda la determinazione dello stato ecologico del Lago, sia l’ARPA che l’Associazione Lago di Bolsena prendono campioni d’acqua a varie profondità in punti vicino al centro del Lago. Si considerano tre parametri fisico-chimici - trasparenza, concentrazione totale di fosforo, e concentrazione dell’ossigeno disciolto - che informano sullo stato trofico delle acque.

C’è consenso nel mondo scientifico che, per determinare lo stato ecologico, unicamente i risultati dell’associazione Lago di Bolsena sono affidabili; le ragioni per scartare i risultati dell’ARPA sono illustrati nella revisione critica (allegato 6) consegnata all’UE.

Lo stato ecologico del Lago risulta ancora “Buono”, è però in continuo peggioramento. È importante sottolineare che il parametro decisivo sia per questa attribuzione di classe, sia per il deterioramento è la concentrazione totale di fosforo (Ptot) il cui aumento inesorabile nel corso degli anni è rappresentato nell’illustrazione qui sotto. Qualora Ptot dovesse superare il valore di 15 µg/l (potrebbe avvenire già nel 2016), lo stato ecologico scenderebbe nella classe “Sufficiente”.

Responsabile per questo trend sono apporti di nutrienti dall’agricoltura e soprattutto da sversamenti fognari: ogni scarico fognario durante tutto l’anno, in qualsiasi posto, di qualsiasi tipo, contribuisce a peggiorare la salute globale del nostro lago. È necessario un grande sforzo comune per arrestare la lunga evoluzione negativa e per riportare la concentrazione di fosforo sotto la soglia di 10 µg/l, come richiesto anche nel Piano di Gestione della ZPS/SIC del Lago di Bolsena.
 
Evoluzione della concentrazione di fosforo totale negli ultimi anni, secondo le analisi dell’Associazione Lago di Bolsena
 





 
 

 
 

lunedì 13 luglio 2015

Lago di Bolsena inquinato: polemiche, chiarimenti, aggiornamenti


Hanno suscitato grande interesse i risultati dei prelievi fatti dalla Goletta dei Laghi di Legambiente (vedi il post precedente) il 17 giugno: 6 su 8 campioni dimostrano un pesante inquinamento igienico-sanitario del Lago. Accese anche le polemiche intorno a questi dati allarmanti, che su Facebook hanno contrapposto alcuni amministratori a molti cittadini bene informati, e che si sono espresse in attacchi virulenti e minacce contro Legambiente e cittadini ritenuti "ambientalisti".

Per difendere l’operato delle amministrazioni comunali messo in causa da Legambiente, sono intervenuti Andrea di Sorte, assessore al Turismo del Comune di Bolsena e Felice Maiucci, vicino alla Giunta Comunale di Capodimonte, essenzialmente con tre argomenti:

- le amministrazioni locali sono impossibilitate a intervenire per mancanza di fondi;

- i dati di Legambiente sull’inquinamento sanitario non sono attendibili e non imparziali, e comunque irrilevanti;

- non esiste nessun problema igienico-sanitario per il Lago, poiché l’ARPA Lazio definisce “eccellente” la balneabilità del Lago.

 


A proposito della prima reazione degli amministratori - “I Comuni cosa possono fare che non hanno una lira?” (ammettendo implicitamente che un problema esiste):

Questo è vero solo in parte, e specificamente per quanto riguarda l’anello circumlacuale di raccolta di acque reflue, il cui ripristino dovrebbe iniziare tra poco con fondi stanziati dalla Regione. Da sottolineare che la causa degli inquinamenti rilevati dalla Goletta non erano malfunzionamenti del collettore circumlacuale, ma fonti locali come sistemi di raccolta comunali e scarichi abusivi.

In questo campo invece i comuni possono intervenire rapidamente e senza dover spendere grandi somme: rilevando e eliminando scarichi abusivi, e procedendo a una manutenzione attenta della rete locale (richiesta nel caso di Capodimonte esplicitamente dal direttore del COBALB: "Più volte negli ultimi anni l'Amministrazione comunale è stata da noi sollecitata ad intervenire su quel tratto di collettore fognario di sua competenza. Piccoli interventi con costi limitati che avrebbero risolto il problema.", vedi post).

Nel mese di aprile 2012, le associazioni riunite nell’azione Salvalago si erano rivolte a tutti i comuni del comprensorio chiedendo la verifica e la revisione dei sistemi fognari locali. In un primo tempo la richiesta era stata accolta da Montefiascone e Capodimonte che però non hanno dato seguito alla disponibilità iniziale. Bolsena invece ha reagito inserendo la revisione del tratto fognario comunale sul Lungolago e l’allacciamento del quartiere Sant’ Antonio nel progetto di risanamento dell’anello COBALB.

È chiaro quindi, che da anni le amministrazioni sono perfettamente al corrente delle deficienze fognarie locali (segnalate anche da molti cittadini e dall’Osservatorio stesso in vari post), dei frequenti inquinamenti causati da scarichi incontrollati e dalle reti di raccolta comunali, e che in più sanno come risolvere i problemi. Inutile negare.


La seconda linea di difesa delle amministrazioni: I dati di Legambiente sull’inquinamento sanitario non sono attendibili e non imparziali. Gli ambientalisti vengono trattati da “pinco pallino pseudo-ambientalista”, “cretini”, colpevoli di “atti di terrorismo di chi a Roma cerca ribalta” (chi? Legambiente? Papa Francesco, che nell’enciclica “Laudato Si’” fa riferimento esplicito a sor’ aqua?).

Secondo noi, non esiste nessuna ragione per definire inattendibili, invalidate da carenze tecniche o di procedura, o addirittura falsificate le misure e analisi di Legambiente, che da anni e con grande professionalità conduce le campagne della Goletta in laghi e mari. Comunque, anche i dati dell’ARPA sull’inquinamento igienico sanitario (che risulta assente tranne in alcuni punti critici) ci sembrano corretti. Ambedue rispecchiano la duplice realtà del Lago di Bolsena, con acque di balneazione frequentemente inquinate (a causa di scarichi illeciti e accidentali – “inquinamenti di breve durata”) in prossimità di fossi, di centri urbani e di esercizi turistici lungo le spiagge, e con acque di qualità eccellenti lontano da fonti d’inquinamento. Possibilmente, i rilevamenti di Legambiente del 17 giugno sono stati influenzati dalle leggere piogge intorno a questa data, che forse hanno traportato nel Lago sostanze inquinanti accumulati nei fossi oppure nelle tubazioni delle acque bianche.

Il grande problema è – e arriviamo al terzo punto – che l’ARPA Lazio, quando dichiara “eccellente” la balneabilità delle acque, abbellisce la realtà: applica una normativa valida nel caso di un lago “sotto controllo”, senza scarichi abusivi e accidentali (quindi nell’ipotesi di una situazione stabile, statica della qualità delle acque) al Lago di Bolsena dove si verificano frequenti “inquinamenti di breve durata”, a causa del collettore fognario disastrato e delle numerose altre fonti d’inquinamento attive. Questa situazione richiederebbe una frequenza più alta dei prelievi, oltre che a fissare i punti di monitoraggio (D.Lgs. 116/08) “... dove si prevede il maggior afflusso di bagnanti ed il rischio più elevato di inquinamento“: ed è qui dove Legambiente trova l’acqua inquinata, mentre l'ARPA evita questi punti a rischio (perché?).
 
sversamento del 5 luglio dalla stazione Gran Carro

Grave omissione poiché così l’ARPA rinuncia ad esercitare il suo ruolo istituzionale di agenzia indipendente di tutela e controllo. Anche di questo fatto tutte le amministrazioni sono al corrente, come anche l’ARPA stessa (vedi post) e l’Unione Europea alla quale è stata consegnata una revisione critica dell’operato scientifico e normativo dell’Agenzia Regionale (vedi link, allegato 6).

Abbiamo visto che le amministrazioni sono informate sia sulla situazione sanitaria compromessa con frequenti inquinamenti di breve durata (pochi giorni fa l’ultimo grave sversamento durato due giorni e provocato dal guasto delle pompe della stazione di Gran Carro) delle acque di balneazione, che sull’insufficiente tutela sanitaria dei bagnanti. Hanno lasciato trascorrere molti anni senza eliminare le fonti comunali d’inquinamento, e senza insistere presso l’ARPA su un’efficiente sorveglianza igienico sanitaria delle acque. Perché perdere altro tempo alla ricerca di capri espiatori, invece di mettersi al lavoro rapidamente e con responsabilità?
E siamo sicuri che trincerarsi dietro al parere dell'ARPA, quando sappiamo (e ognuno può controllare leggendo le disposizioni del D.Lgs. 116/08 e del Decreto 30/03/2010) che rispecchia solo una verità molto parziale, sia un modo efficace per affrontare le criticità molto concrete?

 

sabato 27 giugno 2015

Goletta dei Laghi 2015 – risultati inquietanti per il Lago di Bolsena


 

Il 17 giugno la Goletta dei Laghi di Legambiente ha fatto stazione sul Lago di Bolsena. I risultati delle analisi sono stati presentati dal presidente di Legambiente Lazio, Roberto Scacchi, a Marta il 26 giugno (vedi comunicato stampa) in presenza della sindaca Lucia Catanesi. La prima cittadina ha ringraziato Legambiente per il lavoro svolto sottolineando l’importanza di “un’altra voce”, indipendente e competente, in sostegno del Lago di Bolsena. Ha dichiarato la sua completa disponibilità per difendere questa nostra "risorsa naturalistica straordinaria, questo patrimonio importantissimo del Lazio e del centro Italia".
 
 
Alla luce dei monitoraggi scientifici effettuati dalla Goletta, Roberto Scacchi ha chiesto un impegno maggiore da amministrazioni e cittadini nel rispetto del Lago. “Quanto emerge dai risultati presentati oggi, è una chiara testimonianza: senza una convinta opera di riqualificazione dei depuratori e un rigido controllo degli scarichi civili, sarà difficile se non impossibile difendere un ecosistema straordinario come quello del bellissimo Lago di Bolsena.”

Nel dettaglio, Legambiente trova un inquinamento igienico-sanitario delle acque di balneazione oltre i limiti di legge in 6 punti su 8. Si salva il comune di Marta dove i due prelievi evidenziano presenza di enterococchi intestinali e escherichia coli entro i limiti; nel comune di Grotte di Castro non è stato preso nessun campione:
 

COMUNE
 
PUNTO
RISULTATO
Montefiascone
Foce torrente presso parco giochi
fortemente inquinato
Bolsena
Foce fosso del Cimitero
 
inquinato
San Lorenzo Nuovo
Foce fosso Ponticello
 
fortemente inquinato
San Lorenzo Nuovo
Foce fosso loc. Prati Renari
 
fortemente inquinato
Gradoli
Foce fosso Cannello
 
fortemente inquinato
Capodimonte
Lungolago (tra via dei Pini e via degli Eucaliptus)
fortemente inquinato
Marta
Spiaggia in fondo a via Cava
 
entro i limiti
Marta
Porto canale, incile fiume Marta
entro i limiti

 

Risultati inquietanti per la popolazione, i turisti e soprattutto anche per gli operatori turistici e tutta l’economia locale, che temono per la loro sopravvivenza messa in pericolo dall’incapacità delle amministrazioni locali: infatti gli inquinamenti rilevati sono da ricondurre a scarichi abusivi non rilevati e malfunzionamenti delle reti fognarie comunali, e non al malfunzionamento del collettore circumlacuale. Numerose sono le segnalazioni da privati e associazioni di scarichi abusivi, prontamente ignorate dai comuni (come anche le richieste di monitorare e controllare le reti locali).

scarico abusivo a Capodimonte, più volte segnalato
Roberto Scacchi ha puntato il dito anche contro l’altro grande responsabile, l’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente che attribuisce, senza fondo scientifico né normativo, l’eccellenza alla balneabilità del Lago (per ragioni discusse più volte; vedi p. e. i post “Eccellenza del Lago …” e “Goletta dei Laghi 2013“).

È chiaro: la Goletta dei Laghi 2015 decreta il fallimento della politica del negare, oscurare, chiudere gli occhi alla verità. È ora di affrontare i problemi con responsabilità e di risolverli in tutta trasparenza e con il contributo di tutti.
 
cigno, animale simbolo della Goletta dei Laghi
 

venerdì 29 maggio 2015

Geotermia – un anno dopo



Un anno fa a Montefiascone, nella strapiena sala conferenze della Rocca dei Papi, sia l’Assessore Regionale all’Ambiente Refrigeri che il Consigliere Regionale (ed esperto degli ecosistemi) Riccardo Valentini avevano pubblicamente dichiarato la loro opposizione allo sfruttamento della geotermia ad alta entalpia nel comprensorio del Lago di Bolsena. Si erano così uniti alla decisa opposizione della Provincia di Viterbo, di tutti i Comuni e della cittadinanza, rivolta contro l’impianto pilota proposto a Castel Giorgio dalla Società LTW-LKW, sostenuta da una forte lobby parlamentare nella quale si distingue l’onorevole Abrignani (PDL).
 
 
Ѐ passato un anno e la lobby geotermica ha ottenuto alcuni importanti successi. Attenzione alle date che sono rivelatrici dei sostegni e tentati sostegni ministeriali e regionali:
 

- il 31 ottobre 2014 la Commissione di Valutazione d’Impatto Ambientale (VIA) del Ministero dell’Ambiente ha dato parere favorevole al progetto di Castel Giorgio, con l’assenso inaspettato del rappresentante della Regione Lazio. Come spiegare la contraddizione tra dichiarazioni pubbliche e decisioni prese di fatto dall’Assessore Refrigeri? Ѐ stato nominato (e non eletto) assessore per evitare intralci ambientali?

- il 31 marzo 2015 ha avuto luogo un convegno presso l’hotel Nazionale in piazza Montecitorio, finanziato da LTW-LKW, organizzato da Legambiente, Nuova Ecologia e Kyoto Club. Incontro esclusivo e riservato ai soli sostenitori dei progetti geotermici, con interventi del ministro Galletti e di Ermete Realacci. Ha provocato grande rammarico tra gli ambientalisti il fatto che Legambiente si sia prestata a questa messa in scena pubblicitaria atta a sopraffare e sopprimere la voce discordante della popolazione.
 

- il 3 Aprile (appena 4 giorni dopo) il Ministro ai Beni Culturali Franceschini, ha frettolosamente dato il suo nullaosta al progetto, malgrado sia noto l’aumento del rischio sismico dovuto alla reiniezione, in una zona particolarmente ricca di monumenti quali ad esempio il duomo di Orvieto, Santa Cristina a Bolsena e i centri storici della civiltà del tufo, sismicamente molto fragili (si ricordi il terremoto di Tuscania).  
Alcuni meccanismi per terremoti indotti (da W. L Ellsworth, Injection-Induced Earthquakes,
http://www.sciencemag.org/content/341/6142/1225942.abstract)
 
 - lo stesso 3 Aprile il Ministro all’Ambiente Galletti, ha sollecitamente dato il suo parere favorevole all’impianto geotermico di Castel Giorgio con un decreto che si avvale del contestato parere della Commissione VIA. Perché tanta fretta?

Perché era noto che il 15 Aprile ci sarebbe stata una riunione congiunta delle Commissioni Parlamentari VIII (Ambiente) e XI (Attività Produttive) per una risoluzione sulla geotermia che intendeva impegnare il Governo ad emanare, entro sei mesi, le linee guida che indicheranno dove si può e dove non si può autorizzare la geotermia. La fretta dei Ministri era dovuta al fatto che L’On. Abrignani aveva chiesto a dette Commissioni un emendamento per escludere dalle linee guida gli impianti pilota in via di approvazione (leggasi Castel Giorgio). Se l’emendamento Abrignani fosse passato l’impianto di Castel Giorgio sarebbe già stato autorizzato a livello ministeriale, invece la mozione Abrignani è stata respinta dalle due Commissioni per cui le linee guida saranno applicate a tutti i progetti, compresi quelli con procedimento in corso.
A seguito delle critiche il Ministro Galletti ha deciso di formare una nuova commissione di VIA per
sostituire quella attuale chiaramente di parte.

Terremoto di Tuscania il 6 febbraio 1971

In attesa delle decisioni del Parlamento, esiste la possibilità di ricorrere al TAR entro 60 giorni contro il decreto del Ministro Galletti che ad oggi rimane effettivo. Il presidente dell’associazione Lago di Bolsena ha indirizzato il seguente appello al neoeletto Presidente della Provincia, invitandolo a partecipare ad un ricorso al TAR già avviato da vari comuni dell’Umbria e del Lazio.

 
Lettera aperta al Presidente della Provincia Mauro Mazzola

Nell’ultimo messaggio che ho inviato agli Amici del lago di Bolsena (e non) ho spiegato i motivi per cui è lecito dedurre che i Ministri Franceschini e Galletti, il Presidente della Regione Lazio Zingaretti e il suo Assessore all’Ambiente Refrigeri, rispondano a una regia comune, favorevole alla geotermia a Castel Giorgio: infatti il Ministro Franceschini ha espresso il suo benestare con un precipitoso nulla osta, il Ministro Galletti con un decreto supportato da lobbistici pareri di valutazione d’impatto ambientale, e gli Amministratori regionali con il loro silenzio - assenso.

Non rispondono alla medesima regia governativa alcuni parlamentari PD, M5S e SEL, delle Commissioni parlamentari Ambiente e Sviluppo, fra i quali gli On. Alessandra Terrosi e Alessandro Mazzoli, che si stanno adoperando per ottenere una moratoria delle autorizzazioni alla geotermia fino all'emanazione di una specifica regolamentazione.

Come noto, l’impianto geotermico di Castel Giorgio preleverà fluido geotermico cancerogeno in Umbria, sotto il bacino del Tevere per reiniettarlo sotto l’acquifero del lago di Bolsena, ossia nel Lazio, inquinandolo. Dall’acquifero di Bolsena viene prelevata l’acqua delle rete potabile della provincia di Viterbo ed è l’acqua che beviamo.

 L’associazione Lago di Bolsena ha più volte sollecitato l’Assessore Refrigeri affinché impedisca questo disastroso progetto che fra l’altro aumenterà il rischio sismico, ma per quello che ne sappiamo non ha fatto alcuna opposizione.

La Provincia di Viterbo è invece intervenuta tramite il Vice Presidente Paolo Equitani, come riportato nel nostro sito www.bolsenaforum.net Ci rivolgiamo ora a Lei, nuovo Presidente della Provincia affinché continui l’opposizione al progetto geotermico di Castel Giorgio associandosi al gruppo dei Comuni del Lazio e dell’Umbria che assieme contribuiranno alle spese per un ricorso al TAR, avverso al citato decreto del Ministro Galletti. Il ricorso sarà presentato il primo giugno dall’avvocatessa Tradardi dello Studio Santiapichi di Roma: la partecipazione della Provincia, oltre ad aumentare l’autorevolezza del ricorso sarebbe sicuramente apprezzata dalla cittadinanza della Tuscia.

Siamo a Sua disposizione per quanto eventualmente necessario e, nella speranza della Sua adesione, voglia gradire i nostri migliori saluti.

Piero Bruni – Presidente dell’Associazione Lago di Bolsena.