sabato 23 dicembre 2017

Geotermia, il Consiglio dei Ministri blocca l’impianto di Torre Alfina

 
Nel Consiglio dei Ministri del 22 dicembre 2017 è stato affrontato il tema della autorizzazione dell’impianto pilota geotermico di Torre Alfina. L’autorizzazione è stata negata, così come auspicato dai Sindaci dell’area interessata, dalle popolazioni dell’Alta Tuscia e dalle associazioni del territorio. L’impianto aveva ottenuto parere positivo della Commissione Tecnica di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) in capo al Ministero dell’Ambiente ma in quel procedimento, aveva avuto parere negativo da parte del Ministero dei Beni Culturali e del Turismo per la presenza nell’area interessata, di un vincolo paesaggistico.




La controversia tra i pareri discordanti, come da legge, è arrivata al Consiglio dei Ministri che, valutata tutta la documentazione inerente il caso, ha espresso parere negativo. Sembrerebbe giunta, quindi, alla sua conclusione una vicenda che ha visto in questi anni le amministrazioni locali dell’Alta Tuscia insieme alla popolazione opporsi alla realizzazione dell’impianto geotermico pilota denominato “Torre Alfina”.
Nell’area dell’altopiano dell’Alfina gli impianti pilota geotermici previsti erano due: uno nel Comune di Castelgiorgio (TR) e uno, quello valutato oggi dal CDM, nel Comune di Acquapendente (VT). Il primo ha quasi ultimato il proprio iter amministrativo, è stato autorizzato dal Ministero dello Sviluppo Economico ed è tutt’ora in attesa del pronunciamento da parte della Regione Umbria chiamata a sottoscrivere l’intesa: alla Regione Umbria, cioè, spetta l’ultima parola. Sul gemello impianto denominato “Torre Alfina” invece, la parola finale è stata pronunciata oggi dal CDM. In questi anni si è verificato il moltiplicarsi dei progetti presentati: oltre ai due citati, ulteriori richieste riguardano un impianto pilota a Latera e tre impianti non pilota a Latera, Farnese e Caprarola. Per citare solo la provincia di Viterbo.
La posizione unanimemente espressa in questi anni dal territorio, e sostenuta dal lavoro svolto in Parlamento e in Regione, è stata quella di contrarietà alla imposizione di impianti potenzialmente dannosi all’ambiente, il cui eventuale beneficio economico non sarebbe stato a favore dell’intero territorio bensì, in virtù degli elevati incentivi previsti, dei soli proponenti l’iniziativa.
Oggi, con il moltiplicarsi delle richieste per la realizzazione di centrali geotermiche, si afferma il concreto rischio che il territorio vada incontro ad una radicale modifica del modello di sviluppo che ha intrapreso per decenni e che ha permesso, nel tempo, la nascita di aziende agricole che fanno produzioni di qualità e di agriturismi nati dall’affermarsi della multifunzionalità. Attività che rappresentano reali opportunità di lavoro per numerose famiglie e di tutela e salvaguardia ambientale e paesaggistica che si traduce anche in offerta turistica per l’intera area.
Credo che oggi sia improcrastinabile e ancora più utile che in passato lavorare ad una programmazione di sviluppo territoriale che comprenda anche linee guida sulla programmazione energetica, con l’obiettivo ambizioso di farla diventare una priorità interregionale.
(On.Alessandra Terrosi)

da Orvietosi

2 commenti:

  1. Italia da molti anni era a la testa della geotermia. Non capisco il no.

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    1. Il no a impianti a media e alta entalpia nella nostra zona è legato alla conformazione particolare del sottosuolo e alla composizione del fluido geotermico, che contiene un'alta percentuale di gas incondensabili (CO2 soprattutto). Per più informazioni, legga i tre post del mese di settembre, di cui il primo è http://osservatoriodellagodibolsena.blogspot.it/2017/09/dossier-progetti-geotermici-intorno-al.html

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