sabato 16 settembre 2017

Dossier: Progetti geotermici intorno al Lago di Bolsena - terza parte


4 – Quali alternative?

Considerando tutti questi rischi e pericoli per l’ambiente e la salute umana, viene naturale chiedersi: Per quale motivo si dovrebbe fare la centrale Nuova Latera?


Sentiamo l’argomento principale dell’ENEL: “Il processo di produzione di energia geotermoelettrica, infatti, consente di soddisfare il fabbisogno di energia evitando il ricorso a risorse come i combustibili fossili e consente di contenere le emissioni di CO2.”
Però, come detto sopra ed esposto in un altro post, questo argomento – che generalmente la geotermia consentirebbe di contenere le emissioni di CO2 - non è corretto. E nello specifico è falso: la centrale Nuova Latera non contribuirebbe a ridurre l’effetto serra, al contrario: lo aumenterebbe.

Altrettanto fuorviante è l’aggressiva propaganda degli opinion makers dell’ITW-LKW che accusa chi non accetta senza riserve gli impianti geotermici, di “condannare i propri figli e nipoti”.

Due altri argomenti che vengono avanzati in sostegno della Nuova Latera:

- la centrale utilizza una fonte di energia nazionale e così riduce la dipendenza energetica, e
- la centrale assicura un apporto costante di energia elettrica (che non è fluttuante in funzione della disponibilità di vento e sole).

Ambedue sono validi, ma solo fino a una certo punto.
Sole e vento, anche loro sono fonti nazionali di energia, e l’Italia ne è ricca. Per quanto riguarda l’intermittenza di queste fonti energetiche, esistono soluzioni alternative anche a questo problema: tecniche di accumulo di energia, la messa in rete intelligente di impianti di piccola taglia.

Disponiamo anche di altre fonti di energia veramente rinnovabile senza intermittenza: il solare termodinamico a concentrazione e l’energia del moto ondoso.

Preziosi potrebbero essere anche impianti a biomassa e a biogas di seconda generazione (alimentati con scarti vegetali di coltivazioni). Purtroppo, nel quadro normativo italiano attuale, comportano ancora il rischio di emissioni nocive e di abusi, il problema dello smaltimento dei residui e il pericolo di vederli trasformarsi in inceneritori di rifiuti.

Un importante contributo può venire anche dalla geotermia - di bassa e media entalpia, senza prelievi o travasi di fluido geotermico nel sottosuolo, con gli scambiatori di calore direttamente nei pozzi.

Un ultimo argomento – “la geotermia porta posti di lavoro alle comunità locali” – è smentito dall’esperienza. Sia vent’anni fa a Latera che attualmente nel territorio amiatino, si creano pochi posti di lavoro durevoli, meno di quelli che si perdono: poiché viceversa si arrecano gravi danni all’economia locale compromettendo ambiente, paesaggio, risorsa termale e la filiera locale dell'agroalimentare di eccellenza.

5 – Imprese, etica e fiducia

 Le parole “ENEL” e “geotermia” sono ormai, almeno per la popolazione dell’Alto Lazio e della Bassa Toscana, sinonimi di prevaricazione e danni alla salute. Questo non a causa dell’ottusità o malvagità della popolazione, o del lavoro sovversivo degli ambientalisti, ma grazie a una lunga esperienza maturata sul campo che insegna che, in questo ambito, la tutela delle persone e dell’ambiente viene regolarmente tralasciata per motivi economici.

Emblematica in questo senso è la storia della vecchia centrale di Latera, e la storia delle centrali amiatine dove questa esperienza continua tuttora.
E come prestare fiducia a scienziati che promuovono gli impianti geotermici “flash” di Latera e dell’Amiata come mezzo ideale nella lotta all’effetto serra, e che invece sanno benissimo che sono più nocivi addirittura delle centrali convenzionali a carbone?

 
Sarebbe meglio, per tutti, voltare pagina: passare a una politica di trasparenza, di dialogo, coinvolgimento, di discussione aperta e decisioni condivise.

Concretamente, già nella progettazione si potrebbero proporre e definire meccanismi e strumenti di partecipazione e responsabilità condivisa. Dove l’ENEL, nel nostro caso, potrebbe rendere pubblici i dati ambientali della vecchia centrale, proporre tavoli di progettazione condivisa, meccanismi di controllo indipendente e strumenti di gestione condivisa.

Dove l’ITW-LKW a Castel Giorgio smette di ignorare le prove scientifiche per il concreto rischio sismico e inquinamento della falda superficiale, apre un dialogo con tutti gli scienziati e cittadini e dà l’impulso a ricerche dettagliate e trasparenti delle condizioni nel sottosuolo.

 Perché solo in altri paesi (in Svizzera) dovrebbe essere possibile che la popolazione decide, assieme alla società proponente e agli amministratori, di costruire (o non costruirla) una centrale geotermica, dove i cittadini hanno accesso libero ai dati ambientali della centrale e dove, dopo problemi tecnici e incidenti, tutti insieme possono decidere di continuare o abbandonare il progetto – da noi, un’utopia?
 

sito della centrale di Latera prima della costruzione

6 - Conclusioni

 Tutti i progetti geotermici attualmente proposti nel comprensorio del Lago di Bolsena comportano gravi rischi per l’ambiente e la popolazione, perché creano importanti squilibri pressori nel sottosuolo, con il pericolo di fenomeni sismici e di inquinamento e depauperamento della falda acquifera potabile. Ricordiamo, che il Lago di Bolsena è la parte affiorante di questa falda.

Per gli impianti tipo “flash”, come la Nuova Latera, si aggiungono gravi problemi di inquinamento dell’atmosfera e dell’ambiente nelle vicinanze della centrale.

Al pericolo per la popolazione e per gli ecosistemi si aggiunge la minaccia per l’economia locale – l’agricoltura, il turismo, la risorsa termale.

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