sabato 30 luglio 2016

Il Lago degli Struzzi


Il lago di Bolsena tra i più inquinati d’Italia. A dirlo è il rapporto annuale di Legambiente” …
Non è cambiato nulla: Esattamente come l’anno scorso, la Goletta dei Laghi di Legambiente (vedi il bollettino) riscontra una situazione preoccupante delle acque di balneazione del Lago di Bolsena - sei campioni su sette risultano fortemente inquinati.

Comune
Luogo
Analisi
 
Bolsena
Foce Fosso del Cimitero
entro i limiti
Montefiascone
Foce torrente nei pressi del parco giochi
fortemente inquinato
Marta
Lago, presso spiaggia in fondo a via Cava
fortemente inquinato
San Lorenzo Nuovo
Fosso il Fiume (Le Vene)/ Foce del Fosso Ponticello
fortemente inquinato
San Lorenzo Nuovo
Foce canale in località Prati Renari
fortemente inquinato
Capodimonte
Spiaggia in viale Regina Margherita (tra via dei Pini e via degli Eucaliptus)
fortemente inquinato
Gradoli
Foce fosso Cannello o foce del fosso Rigo
fortemente inquinato

 Ed esattamente come negli anni precedenti, gli amministratori negano:
Paolo Equitani, sindaco di Bolsena: “Il lago di Bolsena è sicuro, lo confermano i dati di Arpa Lazio” …

Si arrabbiano: “Non è possibile che chiunque si svegli la mattina possa pensare di fare delle analisi e di mettersi a parlare di vicende che non conosce”.

Giudicano: “Come mai i loro [dell’ARPA] dati risultano nella norma e quelli di Legambiente no? Risulta ovvio che solo uno dei due possa aver ragione, ma visto che l’Arpa è una società di professionisti che svolge da sempre controlli molto accurati con cadenza regolare, tendo a protendere per dar ragione a quest’ultima”.

E riassumono: “Enigma risolto, quindi, il divieto di balneazione non ci sarà perché i dati di Arpa contraddicono quelli di Goletta Verde”.

 
La verità, purtroppo, è tutt’altra. La professionalità degli operatori di Legambiente è incontestabile, i loro dati sono validi quanto lo sono i dati dell’ARPA; ambedue rispecchiano due facce della realtà:
Le acque di balneazione sono pulite là dove non ci sono fonti d’inquinamento e in giorni a basso rischio d’inquinamento – nei luoghi e periodi dove l’ARPA prende i prelievi.
Invece, vicino a possibili fonti d’inquinamento (foci dei fossi, scarichi dei serbatoi di accumulo del COBALB, scarichi abusivi …), le acque possono essere inquinate, soprattutto in periodi a rischio – luoghi e periodi dove Legambiente non evita di prendere campioni.
Ed è probabilmente per questo motivo che Legambiente ha trovato fortemente inquinate le spiagge del Lago di Bolsena il 17 luglio, due giorni dopo gli acquazzoni del 15 luglio. In vari modi le piogge possono causare un inquinamento del Lago: attraverso i scoli dei tombini stradali che convogliano le acque “bianche” (incluso ogni specie di sporcizia raccolta strada facendo) nel Lago, attraverso i fossi dove si accumulano sozzure e confluiscono numerosi scarichi abusivi …

inquinamento di un fosso
Questi pericoli sono ben noti, anche alle amministrazioni comunali. L’inquinamento rilevato da Legambiente è ben reale, e le autorità avrebbero dovuto pronunciare il divieto di balneazione; invece hanno preferito di mettere a rischio la salute dei bagnanti. E giustamente vanno “su tutte le furie i proprietari delle attività turistiche del lago”: di fronte all’incapacità dei comuni di prendere i necessari provvedimenti.
Un grande problema è che l’ARPA Lazio, quando dichiara “eccellente” la balneabilità delle acque, abbellisce la realtà: applica una normativa valida nel caso di un lago “sotto controllo”, senza scarichi abusivi e accidentali (quindi nell’ipotesi di una situazione stabile, statica della qualità delle acque) al Lago di Bolsena dove si verificano frequenti “inquinamenti di breve durata”, a causa del collettore fognario disastrato e delle numerose altre fonti d’inquinamento attive (vedi link). Questa situazione richiederebbe una frequenza più alta dei prelievi, oltre che a fissare i punti di monitoraggio (D.Lgs. 116/08) “... dove si prevede il maggior afflusso di bagnanti ed il rischio più elevato di inquinamento“: ed è qui dove Legambiente trova l’acqua inquinata, mentre l'ARPA evita questi punti a rischio.  Il caso più lampante è il Lungolago di Capodimonte dove i bagnanti sono effettivamente senza sorveglianza sanitaria.

Inadempienze dell'ARPA e di responsabilità comunale quindi, e non solo malfunzionamenti del collettore COBALB. Ma anche qui troviamo una situazione a rischio: i lavori per il ripristino del disastrato collettore circumlacuale non sono ancora stati assegnati, causa intoppi amministrativi e problemi legati alla nuova normativa degli appalti pubblici. Ormai sembra sicuro che l’inizio dei lavori slitterà all’anno prossimo, con il pericolo di sversamenti fognari durante l’alta stagione.

Un altro aspetto è la diffusa politica del negare ogni problema, dell'oscurare – la politica dello struzzo - che è altamente controproducente poiché impedisce l’impegno serio per risolvere le criticità, con la sistematica e colpevole soppressione delle informazioni ritenute scomode. Un’eclatante esempio è la censura esercitata dalla direzione del festival “Cinecastello” a Bolsena (direttore Emiliano Leoncini, relatore Aldo Forbici, giornalista RAI), dove il documentario “Lago nostro – Futuro nostro” (vedi il trailer) creato da Stefan Karkow e Carla Zickfeld all’ultimo momento (e dopo la pubblicazione dei dati di Legambiente!) è stato eliminato dal programma (da tempo stabilito).
manifesto di "Cinecastello" del 18 luglio, prima della censura
Perché? Un film che mostra in maniera olistica le bellezze, l’ambiente del lago come unità di acqua e terra e discute con scienziati (ecologisti e biologi, climatologi, urbanisti), ma anche alla base con contadini e pescatori, i problemi e soluzioni per risolvere i problemi ecologici attuali. Un Slow-Film poetico che documenta e discute in maniera olistica nostro territorio e potrebbe essere anche considerato un studio antropologico, un omaggio alle persone che sono coinvolte. Però considerato “un film politico” dal direttore, e “la politica non vogliamo qui”.
 
Ma come siamo ridotti.