mercoledì 10 febbraio 2016

Comprasi Regione?

Diego Righini, manager capo dell’ITW-LKW Geotermia Italia, è sconsolato, amareggiato: “avuti tutti i permessi imposti dalla legge e anche quelli aggiuntivi imposti dall’opportunità politica, non riesce ad avvitare nemmeno un bullone della futura centrale geotermica di Castel Giorgio”. Mancano le firme definitive delle Regioni Lazio e Umbria.

Diego Righini, manager dell'ITW-LKW Geotermia Italia,

“Se fossimo passati, da queste autorità, con le “bustarelle” a quest’ora tutto sarebbe risolto” si lamenta Righini. Per Il Sole 24 Ore, che ha pubblicato e commentato una lettera aperta del manager, “… un lamento sbagliato, inaccettabile, che i destinatari dell’ipotetica “unzione” sanno respingere con la dovuta indignazione”, ma è uno “sfogo umanissimo” (vedi il contributo).

Parlando di “violenza amministrativa”, Righini protesta: “Non ci crederete, ma paghiamo migliaia di dirigenti e dipendenti pubblici per non avere in cambio da loro nulla di quello che ci serve come imprenditori e cittadini”.

Evidentemente, Righini è a conoscenza dei personaggi corrompibili in grado di facilitare le sue pratiche.

“Faccia i nomi, dica chi sarebbero coloro disponibili a cedere alle pressioni di qualsiasi imprenditore, si rivolga alla magistratura penale e chieda giustizia” afferma un rappresentante delle istituzioni locali dell’orvietano. “Se qualcuno può essere condizionato da un sistema ‘oliato’ non si perda tempo e si vada direttamente negli uffici della Procura della Repubblica competente”, aggiunge un sindacalista del territorio” secondo un articolo del RadioGiornale.

Ma il vero motivo dell’esternazione di Righini è di fare il suo dovere da “imprenditore e cittadino”? Perché il famoso quotidiano economico italiano da voce e sostegno al manager dell’ITW LKW?

Se si trattasse solo del manager Righini, personaggio poco significante reduce da una breve e sfortunata carriera politica nel MIR (Moderati in rivoluzione, 0,2 % di consensi nel 2013, poi dissoltosi in FI, il cui leader Gianpiero Samorì – vicino a Dell’Utri e alla massoneria (vedi qui e qui) - rinviato a giudizio per il crac della banca Tercas), qualcuno ne prenderebbe nota? Ha ricevuto un minimo di attenzione soltanto in febbraio 2013 quando ha invitato a “colpire una giornalista di sinistra che punta a fermare la nuova politica” (colpevole perché “la sera si vede con i vertici del Pd”) pubblicando nome e numero di telefono della giornalista: “Chiamatela, potrebbe accontentare anche a voi!” (vedi il contributo , da non perdere anche la sua intervista in occasione del Festival dell’Energia 2014, dove si presenta da eccellente venditore (di fumo)).

impianto geotermico
Altrettanto priva di interesse è la società rappresentata da Righini: secondo le ricerche dell'Associazione Lago di Bolsena, ha un socio unico di diritto austriaco, è stata fondata con capitale di 200.000 euro ed ha un unico dipendente. La ITW-LKW Geotermia Italia non ha mai fatto un lavoro di qualsiasi natura e neppure il socio unico, e non ha di conseguenza alcuna competenza tecnica.

Questi sono quindi il personaggio e la ditta a cui vogliamo affidare un progetto delicatissimo per la salute dell'ambiente e dei cittadini?

Sappiamo però che a livello governativo un solido patto traversale appoggia il progetto di Castel Giorgio (Abrignani, Barberi ecc.) ed esercita una notevole pressione sulle Regioni, che danno segnali di cedere, pronte a revocare parole date e opinioni contrarie pubblicamente espresse (Refrigeri, Valentini) nel passato (vedi qui). La cittadinanza rappresentata da tutti i Sindaci del comprensorio è compattamente contraria al progetto (vedi il nostro post).

Non potrebbe quindi trattarsi piuttosto di un monito dall’alto, diretto alle Regioni e gli addetti incaricati a decidere sui permessi?  Un monito che contiene anche un accenno alla possibilità di fare i nomi di quelli che (come insinua Righini) prendono “le bustarelle”?

Avrà lo sperato successo questo monito, potrà agevolare l’arrivo del placet delle Regioni? Forse non sarà così semplice: il presidente della seconda Commissione di Palazzo Cesaroni, Eros Brega, in una nota “condivisa anche dai componenti dell'organo assembleare” ritiene "gravissime e inaccettabili le considerazioni che il manager della società Itw-Lkw, Diego Righini, ha espresso” (vedi articolo).