domenica 25 ottobre 2015

Lotta contro la geotermia: legittima difesa dell’ambiente


 

Si inasprisce la lotta dell’ ITW LKW Geotermia Italia S.p.a.* con l’obiettivo di ottenere le autorizzazioni per realizzare gli impianti geotermici di Castel Giorgio e Torre Alfina.

Infastidita dall’opposizione compatta della cittadinanza e di tutte le amministrazioni comunali del comprensorio, l’ITW LKW (consigliata probabilmente dalle società di “consensus building” cui fa riferimento) ha deciso di ricorrere a pressioni, minacce e denunce nei confronti di chi esprime o pubblica informazioni contrarie al progetto.
 
manifestazione sull'altopiano dell'Alfina - no alla geotermia speculativa
 
Alcune delle azioni intraprese:

- minaccia al Sindaco di Acquapendente Alberto Bambini perché ha permesso a chi è contrario al progetto di esprimersi (link);

- denunce “in merito alle dichiarazioni effettuate durante l’orario di lezione da alcuni professori e dalla preside dell’istituto omnicomprensivo “Leonardo Da Vinci” di Acquapendente a proposito della convocata manifestazione di domenica 11 sull’altipiano dell’Alfina per manifestare contro la geotermia” (link);

- denuncia nei confronti di Piero Bruni, presidente dell’associazione Lago di Bolsena, “per procurato allarme” perché ha dichiarato che l’impianto inquinerà con arsenico ed altre sostanze cancerogene sia il lago di Bolsena sia l’acquifero superficiale che alimenta la rete potabile della Provincia di Viterbo;

- denuncia quale correo al giornalista autore dell’articolo che riporta le dichiarazioni di Bruni (link).

manifestazione sull'Alfina

Dato che molti esperti autorevoli e anche il tavolo tecnico della Regione Lazio confermano l’esistenza reale del rischio d’inquinamento della falda acquifera del Lago di Bolsena, nonché il rischio di terremoti indotti dall’esercizio degli impianti geotermici, è palese il vero obiettivo delle azioni legali: non una corretta informazione della cittadinanza, ma l’intimidazione e la soppressione dell’espressione libera di opinioni fondate su dati scientifici.

Vorremmo anche aggiungere che l’ingegner Bruni stesso non è uno sprovveduto in materia, avendo trascorso la sua vita lavorativa quale ingegnere specializzato in prospezioni geofisiche del sottosuolo. Notiamo anche che da più di 20 anni è attivo, volontariamente e senza ricavarne alcun profitto, nella salvaguardia dell’ambiente del Lago di Bolsena.  

Colpisce il fatto, che la ITW  Ingenieurunternehmung AG (link) è ansiosa, nel Liechtenstein, a presentare un’immagine seria e pulita di se stessa, sottolineando la sua competenza tecnica e il suo impegno sociale ed ambientale. L’ITW LKW geotermia S.p.a. invece si distingue nettamente dalla casa madre: diffonde giudizi deliranti sul piano scientifico, minaccia e denuncia chi esprime opinioni discordanti.

Perché in Italia la “costruzione del consenso” si limita alla soppressione dell’opposizione e alla prevaricazione del potere finanziario, mentre altrove, p. e. in Svizzera (il presidente dell’ITW è diplomato del prestigioso ETH di Zurigo) co-progettazione, trasparenza e coinvolgimento della cittadinanza negli importanti progetti sono all’ordine del giorno (meccanismi richiesti dalle leggi vigenti anche in Italia, ma ignorati)?

Dà comunque speranza e coraggio agli oppositori l’assoluzione (“perché il fatto non sussiste”) dello scrittore Erri De Luca accusato di istigazione a delinquere perché sosteneva “che la linea sedicente ad Alta Velocità va intralciata, impedita e sabotata per legittima difesa del suolo, dell’aria e dell’acqua” (link). Esempio lampante che, anche in Italia, “la parola contraria sussiste e non costituisce reato”.

Erri De Luca in tribunale
 
Riportiamo in seguito la lettera aperta dell’ingegner Bruni in risposta alla querela dell’ITW LKW:

 

ITW&LKW Geotermia Italia S.p.A ha presentato alla Procura della Repubblica di Viterbo, una querela-denuncia penale nei miei confronti con quantificazione del danno “per procurato allarme” perché ho dichiarato che il loro impianto inquinerà con arsenico ed altre sostanze cancerogene sia il lago di Bolsena sia l’acquifero superficiale che alimenta la rete potabile della Provincia di Viterbo. E’ stato denunciato quale correo anche il giornalista autore dell’articolo poiché, a loro dire, avrebbe dovuto accertarsi della fondatezza delle dichiarazioni.

La suddetta società non fa altro che presentare esposti e querele avventandosi contro sindaci, comitati di cittadini e persino contro presidi e professori di scuola. Sono denuncie “urbi et orbi” al fine di intimorire anche i giornalisti che riferiscono le nostre e loro opinioni per dovere di cronaca. Potrei denunciare la s.p.A. e chi la dirige per “tentato disastro ambientale” ma non scendo al loro livello, tanto più che con queste minacce hanno rivelato la loro vera natura e si spera che i Ministeri, i Presidenti delle Regioni Lazio ed Umbria, i Sindaci e la Popolazione si rendano conto con che gente hanno a che fare e che, peggio ancora, potrebbero avere a che fare per i prossimi 20 o 30 anni.

La ITW&LKW Geotermia Italia S.p.A. ha un capitale di un milione di euro, ma il costo dell’impianto è dell’ordine di 25 milioni di euro e per realizzarlo deve aumentare il capitale o trovare sul mercato finanziario nazionale e internazionale quanto necessario, ma può farlo solo dopo aver ottenuto l’autorizzazione dell’impianto. L’altisonante ragione sociale ITW&LKW Geotermia Italia induce a far credere che facciano parte della compagine italiana due note società del Liechtenstein, invece se vai a vedere scopri che il 100% delle azioni appartengono a un unico socio austriaco (sotto forma societaria) specializzato in operazioni finanziarie, ma senza esperienza in impianti geotermici e senza il capitale necessario per realizzarli. Per l’impiantistica la S.p.A. italiana si è rivolta a consulenti esterni, per l’ambiente non ha argomenti validi e ricorre ad intimidazioni, per la parte finanziaria è scoperta, senza alcuna garanzia per realizzare l’impianto, risarcire eventuali danni e ripristinare il sito.

L’accanimento intimidatorio “urbi et orbi” si deve al fatto che entro poche settimane le Regioni Lazio e Umbria dovrebbero decidere se autorizzare o meno l’impianto di Castel Giorgio. Il valore delle azioni varierebbe da poco a molti milioni di euro il giorno stesso delle decisioni regionali. L’eventuale vendita delle azioni potrebbe interessare chiunque voglia investire 25 milioni di euro nella prospettiva di realizzare un buon affare grazie ai generosi incentivi offerti dallo stato italiano. Si sottolinea la parola chiunque perché sarebbe il socio austriaco a scegliere l’azionista controparte e non lo Stato italiano, ma la provenienza di quel denaro potrebbe essere non controllabile.

Una adeguata struttura finanziaria di qualsiasi proponente è condizione necessaria ma non sufficiente, posto che è prevalente la tutela ambientale (inquinamento della falda idropotabile, rischio sismico, ecc.). Comunque per qualsiasi piccolo appalto pubblico è necessaria la qualificazione ufficiale e altre certificazioni inclusa quella antimafia. Nel caso in oggetto, di grande interesse pubblico e quantificabile in diecine di milioni di euro si prospetta di concedere l’autorizzazione ad una controparte sconosciuta, ossia quella che acquisterà le azioni eventualmente vendute dal socio austriaco.

Lo Stato dovrebbe trattare esclusivamente con società trasparenti, con idonee referenze, che presentano un piano finanziario e industriale credibile. Fra l’altro non è vero che il socio austriaco porta capitale straniero in Italia dato che poco tempo dopo sarebbe molto di più il capitale che andrebbe nella direzione opposta.

Piero Bruni

 

 

* sede legale a Torino, sede operativa a Roma, Via di Porta Pinciana. Nata dallo sposalizio tra la ITW Ingenieurunternehmung, un’impresa del Liechtenstein attiva nel project management (agendo comunque con l’unico interesse finanziario), e la LKW, l’equivalente liechtensteinese dell’ENEL