sabato 5 settembre 2015

Geotermia: verso la decisione - parte seconda


Allo sfruttamento della geotermia nel comprensorio del Lago si oppongono fermamente la Provincia di Viterbo, tutti i Comuni del comprensorio del Lago e la cittadinanza. Con dichiarazioni pubbliche, anche vari esponenti della Regione hanno manifestato la loro opposizione, p. e. nella conferenza di Montefiascone del 15 maggio 2014. Stranamente, queste affermazioni in sostegno dei sindaci e della cittadinanza sono contraddette dall’atteggiamento effettivo della Regione, dove risalta il silenzio che equivale a un tacito assenso ai progetti geotermici (per informazioni sul quadro politico-amministrativo vedi la prima parte del post).

Attesa nervosa quindi in vista della conferenza di servizi dell’8 settembre dov’è indispensabile che la Regione Lazio si opponga energicamente al danno ambientale che comporterebbe l’impianto geotermico di Castel San Giorgio. Danno dovuto soprattutto al fatto che la centrale reinietta i reflui geotermici sotto il bacino idro-geologico del Lago di Bolsena (se pure l’impianto è collocato in Umbria).

Come evidenziato nel ricorso al TAR promosso dal Presidente della Provincia di Viterbo e da sette Comuni umbri e laziali, la reiniezione, oltre ad aumentare il rischio sismico, aumenterà la concentrazione di arsenico nella falda superficiale dalla quale viene attinta l’acqua potabile per la provincia di Viterbo e anche nell’acqua del lago.

Geyser
Nervosismo tradisce anche la reazione della ITW-LKW, con un articolo del 21 agosto sul Corriere di Viterbo, in risposta alla “Lettera aperta al Presidente della Regione Lazio On. Nicola Zingaretti” dell’associazione Lago di Bolsena del 20 agosto.

La società accusa gli oppositori di “disegno premeditato di confusione mediatica e di voluto allarmismo …” e minaccia: “Richiamiamo pertanto il Signor Bruni a tutte le sue responsabilità per le sue dichiarazioni errate sotto un profilo tecnico e scientifico”.

Nega inoltre l’esistenza reale di rischi, per quanto riguarda il pericolo di contaminazione della falda di acqua potabile: “ … l’acquifero profondo della zona Torre Alfina – Castel Giorgio, è perfettamente isolato da una efficiente copertura di rocce a bassa permeabilità”. La prova ne sarebbe: “ … se quanto dichiarato dal signor Bruni fosse vero e quindi a maggior ragione credibile, da sempre l’acqua del Lago di Bolsena avrebbe una temperatura standard oscillante tra i 140 e 150 gradi centigradi. Praticamente, emetterebbe costantemente fumi da ebollizione.”

Ora, gli studi geologici dimostrano che la copertura dell’acquifero geotermico è tutt’altro che “perfettamente isolante” poiché fortemente fratturata permettendo, anche nello stato di equilibrio attuale, la risalita di fluidi e vapori – sappiamo tutti che nel bacino del Lago esistono numerose sorgenti termali. Questa risalita rischia di aumentare drammaticamente in seguito alla reiniezione ad alta pressione dei fluidi geotermici.

Stupisce l’argomento “decisivo” circa “l’ebollizione” del Lago. Stupisce e preoccupa, perché dimostra una profonda ignoranza scientifica: vogliamo veramente affidare il futuro del Lago nelle mani di tali attori?

lago in ebollizione
La ITW-LKW minimizza anche il rischio sismico, evitando però di entrare nei dettagli della realtà del territorio. Cita uno studio del geofisico neozelandese Chris Bromley (invece di appoggiarsi su vari studi di esperti italiani e europei) concludendo sommariamente che “L’esperienza mostra che gli eventi sismici indotti nei progetti geotermici sono generalmente [sic!] di piccola magnitudo”. Ricordiamo soltanto che nel nostro territorio della “civiltà del tufo” anche un “generalmente piccolo” terremoto, che lascerebbe illesi gli edifici a Wairakei, rischia di provocare gravi danni nei nostri centri storici (interessante in questo contesto il confronto con il "leggero" sisma indotto nella zona del Monte Amiata con numerosi danni attribuibili allo "scarso comportamento antisismico delle vecchie strutture in pietra"; vedi il rapporto).

Fuorviante anche l’affermazione della società che nel progetto di Castel Giorgio “si tratta di uno sfruttamento idrotermale classico” (e quindi senza rischio sismico).

L’impianto pilota di Castel Giorgio presenta varie criticità irrisolte, di grande impatto ambientale, riconosciute anche dal tavolo tecnico della Regione Lazio, tra cui:

- un rischio sismico impossibile da prevedere;

- un rischio quantitativo e qualitativo di contaminazione della falda di acqua potabile.

origini dei sismi causati dall'uomo (servizio sismico svizzero)
Crea profondo malessere il fatto che non c’è mai stato un confronto aperto degli argomenti scientifici opposti (p. e. un hearing pubblico), in seguito a cui una commissione competente e indipendente avrebbe potuto discutere e decidere, apertamente, sulla compatibilità dell’impianto con le esigenze del territorio.

Negli giorni scorsi si sono susseguiti varie pubblicazioni: un comunicato stampa dell’associazione Lago di Bolsena rivendicando la sua posizione, articoli dei politici falisci Pietro Venturini (portavoce del M5S di Montefiascone che chiede l’opposizione del sindaco Cimarello) e Renato Trapé (delegato comunale all’ambiente che intitola: “Geotermia: non vogliamo che a decidere siano persone in conflitto d’interessi”), una risposta dell’ITW-LKW a Venturini, una lettera aperta “Agli Onorevoli componenti della Commissione Ambiente del Lazio” firmata dal presidente dell’associazione Lago di Bolsena, un articolo dell’ITW-LKW che nega l’esistenza di conflitti d’interesse, la risposta di Trapé che presenta le prove per questo conflitto.

Tutta la rassegna stampa si può consultare qui
carta dei sismi causati da progetti geotermici a Basilea, 2006/2007

venerdì 4 settembre 2015

Geotermia: verso la decisione - parte prima


Sono imminenti ormai importanti decisioni che definiranno il destino della geotermia ad alta e media entalpia nel comprensorio del Lago di Bolsena. 

Va premesso che la ITW-LKW è titolare di un concessione a nord di Bolsena la cui superficie è per un terzo nell’Umbria e due terzi nel Lazio. Nella parte umbra la società ha chiesto l’autorizzazione per l’impianto di Castel Giorgio, mentre nella parte laziale ha chiesto l’autorizzazione per un secondo impianto denominato Torre Alfina. La procedura per l’autorizzazione di Castel Giorgio è alla sua fase conclusiva, mentre quella per Torre Alfina è appena avviata.

centrale geotermica
La procedura richiede che oltre all’approvazione del Ministero allo Sviluppo Economico occorra il consenso della Regione pertinente, ossia dell’Umbria nel caso di Castel Giorgio. Al momento non sappiamo se tale consenso verrà accordato; dovremmo saperlo martedì 8 settembre durante la Conferenza dei Servizi convocata dal Ministero. 

Alla Conferenza sono convocati i comuni interessati e limitrofi, ad esempio quelli di Castel Giorgio e Acquapendente, ed anche la Regione Lazio, affinché esprimano il loro parere finale, pur non essendo determinante. La Regione Lazio avrebbe la possibilità di fermare la procedura con una diffida dato che la stessa ITW-LKW ha ammesso che con i pozzi deviati scarica a pressione sotto il bacino idrogeologico del lago di Bolsena i fluidi geotermici (cancerogeni) utilizzati dall’impianto e prelevati sotto il bacino del Tevere. 

La convocazione della conferenza è in dispregio dei contenuti della Risoluzione Parlamentare del 15 aprile 2015 che impegna il Governo ad una moratoria delle autorizzazioni di sei mesi con il proposito di emanare delle linee guida per definire dove si può autorizzare o meno la geotermia. Appare chiaro che il governo vuole ad ogni costo approvare il progetto nel timore che i nuovi regolamenti possano impedirlo. Perché mai il Governo prevarica le commissioni parlamentari? Forza delle lobby geotermiche? Fin dove possono arrivare?

Perché la Regione Lazio non interviene? Perché se l’impianto di Castel Giorgio venisse bocciato, sarebbe compromessa anche l’autorizzazione di Torre Alfina? Il silenzio regionale, che equivale a un assenso, diventa comprensibile se si pensa che sono in gioco lucrose royalties (pagate dai contribuenti nelle bollette elettriche). Se fosse approvato il progetto di Castel Giorgio si aprirebbe la strada allo sfruttamento su grande scala della geotermia attorno al Lago dato che si moltiplicano le richieste di concessione, che attorno al lago sono già più di 20, di cui 4 solo sull’altopiano dell’Alfina. Una pioggia d'oro per le lobby e i loro promotori.

Ci va di mezzo la tutela del lago e del patrimonio termale e relativa attività economica. Come evidenziato nel ricorso al TAR promosso dal Presidente della Provincia di Viterbo e da sette Comuni umbri e laziali, la reiniezione, oltre ad aumentare il rischio sismico, aumenterà la concentrazione di arsenico nella falda superficiale dalla quale viene attinta l’acqua potabile per la provincia di Viterbo e anche nell’acqua del lago.

Su questi argomenti è in corso un dibattito sul Corriere di Viterbo fra le parti interessate che può essere consultato su questo link. Oltre agli argomenti trattati che riguardano la contaminazione della falda di acqua potabile e il rischio di terremoti indotti (questi aspetti tecnici saranno trattati nella seconda parte di questo contributo), è sorto ultimamente anche il dubbio che non sia legale conferire l’autorizzazione dell’impianto di Castel Giorgio ad una società il cui capitale sociale è di soli 200.000 euro, dato che non garantirebbe il rimborso di eventuali danni all’ambiente, alle persone, alle cose, il ripristino del sito, ecc. Non è da escludere un ricorso al Tribunale Amministrativo.

Rimane aperta la grande domanda: La Regione Lazio troverà l’8 settembre il coraggio di difendere il lago di Bolsena e di dire No alla lobby geotermica?

Piero Ginori Conti e il suo primo impianto geotermico a Larderello