giovedì 22 gennaio 2015

2014 – 2015: anni della svolta?


Sulla base delle ultime notizie possiamo affermare, che nel corso dell’anno 2014 è emerso chiaramente il carattere essenziale della politica ambientale della Regione Lazio, in generale e in particolare per quanto riguarda il Lago di Bolsena.



Varie dichiarazioni fatte durante lo scorso anno (per esempio al convegno di Montefiascone del 15 maggio) lasciavano intendere l’apparente ferma volontà degli esponenti regionali, in primis dell’Assessore all’Ambiente Fabio Refrigeri e del Consigliere Regionale Riccardo Valentini (un esperto degli ecosistemi), di tutelare l’ambiente, di impedire lo sfruttamento della geotermia nel comprensorio del Lago e di stanziare i fondi necessari per iniziare i lavori per il ripristino del collettore circumlacuale.
In questo promettente quadro il 21 ottobre scorso tre portavoce della cittadinanza hanno presentato all’Assessore Refrigeri un riassunto delle più urgenti criticità dell’ecosistema del Lago. Durante il breve incontro avvenuto a Roma, si è discusso dei seguenti argomenti:
- La possibilità di stabilire un rapporto continuo con referenti indicati dall’assessore, esperti nelle varie discipline quali valutazione di VIA, geotermia, monitoraggi qualitativi e quantitativi, lavori del collettore e quant’altro ritenuto utile.
- La necessità di tradurre il Piano di Gestione della ZPS/SIC Lago di Bolsena in normativa quale strumento essenziale per un'efficace tutela del Lago.
- La necessità di opporsi all’impianto geotermico pilota di competenza ministeriale di Castel Giorgio e quelli di competenza regionale attorno al lago di Bolsena, la cui VINCA è comunque obbligatoria per i progetti che incidono su un SIC.
 - Lo stato di avanzamento del progetto di ripristino del collettore circumlacuale e del depuratore.
Per mancanza di tempo non è stato possibile, oltre a un breve accenno, approfondire tre ulteriori argomenti: lo stato di avanzamento dei progetti per il contenimento dell’arsenico nella rete potabile (e le alternative all’impiego di dearsenificatori), la petizione in corso alla UE con riferimento alla stato qualitativo del lago e alla criticabile attendibilità dei monitoraggi dell’ARPA, e infine il piano energetico regionale in elaborazione dall’ENEA.
L’assessore ha dimostrato una grande disponibilità ad ascoltare e accogliere le richieste della cittadinanza. Ha promesso di informarsi in dettaglio presso i vari referenti e di trasmettere una risposta esaustiva e scritta entro “qualche giorno”. Specificamente, si è dichiarato contrario allo sfruttamento della geotermia riconoscendo la sua pericolosità nel comprensorio del lago di Bolsena dove le condizioni idrogeologiche sono chiaramente sfavorevoli.
Una risposta diretta ai suddetti quesiti, verbale o scritta, non è mai giunta alla cittadinanza. Invece sono giunti i fatti e alcune informazioni indirette:
1. due giorni dopo l’incontro si è diffusa la notizia che la Commissione Ministeriale per la VIA aveva approvato l’impianto geotermico pilota di Castel Giorgio senza l’opposizione dell’assessorato regionale;
 2. In dicembre l’Assessore Refrigeri ha scritto una lettera riservata a un Comune del comprensorio dichiarando che:
- La Regione non si farà carico dei debiti pregressi del Cobalb in quanto spa;
- per la diluizione dell'arsenico con acqua del lago è stato commissionato uno studio;
- la Regione conta di far partire gli investimenti per adeguare il collettore all'inizio del prossimo anno.
3. Con la deliberazione 886 del 16/12/2014, la Giunta Regionale del Lazio ha deliberato la “preadozione delle Misure di Conservazione finalizzate alla designazione delle Zone Speciali di Conservazione (ZSC), ai sensi della Direttiva 92/43/CEE (Habitat) e del DPR 357/97 e s.m.i.” per tutti i SIC della Regione Lazio. Di tutto il ventaglio di misure (un centinaio nel dettaglio) proposte dai massimi specialisti dell’ecosistema del Lago, ed elaborate nel quadro di un ampio Studio Generale nella ottica di assicurare una tutela integrale ed efficace dell’ambiente, sono state ritenute solo due (e solo parzialmente).



Da quanto sopra si possono trarre due conclusioni:
1. La Regione Lazio è opposta alla trasparenza amministrativa e al coinvolgimento della cittadinanza nella gestione del territorio – i due pilastri dell’ “attuazione delle strategie di prevenzione e contrasto della corruzione e dell'illegalità nella pubblica amministrazione elaborate a livello nazionale ed internazionale” (decreto legge 24 giugno 2014). Ricordiamo che l’Italia è tra i più corrotti paesi dell’Europa (corruption perception index 2014), e che le recenti indagini sulla pubblica amministrazione a Roma mostrano un quadro di diffuso coinvolgimento in pratiche illecite.
2. la tutela efficace dell’ambiente non è tra i principali obiettivi dell’amministrazione regionale. A parte ripetute promesse e vaghe indicazioni, l’insieme delle decisioni concrete della Regione Lazio favorisce una linea politica generale e opere pubbliche che comportano interessi particolari e partitici, ai danni dell’ambiente.

Ѐ una politica che trascura la solidarietà con la natura e con la popolazione, e disprezza i loro diritti.