mercoledì 8 ottobre 2014

World Carp Classic 2014: contestazioni


Si è terminato, il 4 ottobre, il World Carp Classic 2014 sul Lago di Bolsena. Vincitore il team polacco sponsorizzato da Carp'R'Us, con  Andrzej Walczak, Gabriel Starzec e Krzysztof Charmuszko sulla loro piazzola sul lungolago di Capodimonte.

Anche quest’anno, però, non mancavano voci di contestazione. Le critiche alla manifestazione si possono dividere in due categorie, una di carattere giuridico, e un’altra che concerne l’aspetto ambientale. In seguito esaminiamo questi due punti; la prima parte discute problemi giuridici legati all’utilizzo del demanio ed è stata redatta da Renato Mezzetti, presidente dell’associazione Lago di Bolsena Vivo.

 
In un’intervista a Caterina Berardi, pubblicata sul RadioGiornale il 16 settembre, la sindaca di Marta, Lucia Catanesi, dichiara: “Marta è l’unico comune che non ha consentito allo svolgimento della pesca alla carpa sulle rive del lago, perché qui non si può fare. I comuni non possono prendere soldi dalla manifestazione. Con che diritto lo fanno? Compiono un illecito con l’assegnazione delle piazzole per i carpisti. La spiaggia è demanio regionale, quindi mi chiedo come i comuni o la provincia possano prendere soldi pur non essendo i proprietari? Non hanno alcun diritto. Il Carp-fishing così com’è realizzato, è un bluff. Ho fatto scrivere, insieme all’associazione montefiasconese “Lago Vivo”, una relazione alla Regione per spiegare quanto avviene. L’autorizzazione allo svolgimento del Carp-fishing deve partire dalla Regione e dove è l’autorizzazione regionale? Mi chiedo, la provincia con che diritto prende soldi e rilascia concessioni?

Con ciò pone un’interrogazione importante sull’uso del demanio. Un’ordinanza dell’ARDIS dell’1 luglio 2011 stabilisce: “...  il limite dei terreni demaniali è a quota 304,48 (2,80 metri sopra lo zero di Marta)”, e “... la quota dell'incile è di 303,41 m s.l.m. ...”. Il limite demaniale segue quindi la curva di livello del Lago a 1,07 metri sopra l’incile, il che corrisponde a un livello medio del Lago, tra il minimo e massimo livello accettabile (rispettivamente di 70 cm e 1,40 m sopra l’incile). Una precedente ordinanza definisce "... la fascia di rispetto del demanio lacuale è fissata, a partire dalla curva di livello posta a quota 304,48 per metri 4,00 per le recinzioni, siepi, movimento delle terre ed opere a carattere precario, e per metri 10,00 per costruzioni od opifici fissi ...".

Anche se nel dettaglio rimane qualche incertezza sull’esatta definizione del limite demaniale, è chiaro che le piazzole per il carp-fishing si trovano nella prima fascia di rispetto delle terre demaniali. A chi spetta allora la concessione del demanio? La risposta della Regione è chiara:

Il demanio lacuale è di esclusiva competenza regionale. Chi fa un uso esclusivo (ovvero sottrae all’utilizzo di altri) di tale bene deve essere autorizzato dalla Regione Lazio e deve corrispondere un canone di concessione. Se poi per l’utilizzo di tale bene serva altra autorizzazione, nulla-osta o parere, questo discende da altri regolamenti (comunali, Provinciali, ecc.) che vengono dopo il rilascio dell’autorizzazione ad utilizzare il bene demaniale.

… Comunque sia l’ARDIS (Agenzia Regionale per la Difesa del Suolo) come polizia idraulica regionale, sia la polizia provinciale sia qualsiasi altro organo di PG, compresi i vigili urbani comunali, possono e debbono far rilevare abusi edilizi ed urbanistici del territorio (in tale dizione rientra anche l’utilizzo improprio del demanio)” (riassumendo le disposizioni del Regolamento Regionale 30 Aprile 2014 n. 10 - BUR 2 maggio 2014, n.35 - Supplemento n.1).

Possiamo dedurre perciò che

- le concessioni emesse dalla Provincia e dai Comuni sono illecite,

- gli organi di polizia giudiziaria sono obbligati a intervenire per rilevare gli abusi.

Visto l’assenza dell’intervento dovuto delle forze dell’ordine, la sindaca di Marta ha sollecitato una visita (avvenuta il primo ottobre) di "ispettori dell'ARDIS" alle cinque postazioni site nel Comune di Marta, che hanno elevato contravvenzioni ai carpisti. Inoltre, ha fatto una denuncia alla Procura della Repubblica riguardo a questa situazione affermando la necessità per tutti i comuni dell’autorizzazione preventiva da parte della Regione. "Sembra - dice la Sindaca - che sotto sotto, ci sia un tacito accordo illegittimo tra carp-fishing e Provincia, la quale non ha competenza in merito, per cui sono decisa ad andare fino in fondo e fare chiarezza.”

Queste obiezioni legali potrebbero sembrare soltanto un cavillo giuridico, riflettono pertanto una pericolosa inclinazione delle amministrazioni: di ricorrere a procedimenti illeciti ai danni del bene comune e dell’ambiente, favorendo interessi politici, partitici o particolari: è qui uno dei più grandi pericoli per la salute del Lago.

Un’altra illustrazione – e veniamo alle critiche di carattere ambientale - di questa “diffusa illegalità” è il fatto, che il WCC 2014 (come le precedenti edizioni del WCC, e sembrerebbe come tutte le gare di carp-fishing sul Lago di Bolsena) si è svolto con un regolamento diverso e molto più permissivo del regolamento provinciale in vigore. Anche se dovessero essere state emesse deroghe dal regolamento (l’assenza di trasparenza nell’amministrazione provinciale rende impossibile verificarlo): deroghe sono eccezioni dalla legge motivate e riservate a casi particolari, e non possono essere rilasciate abitualmente – nel nostro caso però, si sostituiscono, di fatto, alla normativa provinciale creata con lo scopo specifico di salvaguardare l’ambiente.

Nei post precedenti, abbiamo discusso in dettaglio queste violazioni del regolamento provinciale e il loro possibile impatto sull’ambiente:

- punto 13 del Regolamento Provinciale (R.P.) prevede una distanza da terra per la pesca non superiore a 100 m (“…al fine di non essere di intralcio ad attività economiche rilevanti per questo territorio, quali la pesca di professione …”). Il regolamento WCC non contiene questa limitazione;

- punto 15 del R.P. definisce e limita la tipologia delle esche. “Sono ammesse solo le esche previste dalla filosofia del carp-fishing, quindi boilies del diametro compreso tra 10 e 28 mm e granaglie (mais cotto). Sono esclusi impasti di sfarinati e pasture. E’ vietato l’uso di pastelle o altri agglomerati sull’amo. Sono vietati: il fouilles, vardevase, sangue e derivati, esche vive di qualsiasi specie, crostacei, vermi, pesci vivi o morti, ed altre esche artificiali

esche utilizzate durante il WCC 2014 contenenti farine di pesce
 
Nel regolamento WCC molte di queste limitazioni sono assenti (si vietano soltanto esche vive);

- da punto 16 a 26 del R.P. si definiscono le zone e i periodi per il carp-fishing nel Lago di Bolsena. Solo in alcune zone (il lungolago di Gradoli e una parte del lungolago di Montefiascone, vedi punto 20 e 21) è permessa la pesca, mentre le postazioni del WCC coprono quasi tutto il Lago.

- alcune disposizioni del regolamento WCC non sono considerate nel R. P., p. e. l’uso di barche d’appoggio, e sarebbero da integrare nel Regolamento Provinciale;

- secondo punto 14 del R.P. è ammesso l’uso di non più di tre canne, armate con un solo amo (per piazzola). Il regolamento WCC prevede l’uso di 4 canne per piazzola, più “plumbing and spodding rods”.

Manca inoltre ogni limitazione della quantità di pasturazione, dove le Misure di Conservazione del Piano di Gestione della ZPS/SIC Lago di Bolsena suggeriscono un limite massimo di 10 kg per sessione di pesca.

Per approfondire questi punti, riferiamo al post precedente, e anche ai commenti pervenuti a questo post e alla nostra risposta.

In questo contesto è interessante che gli organizzatori della gara sembrano all’oscuro dell’impatto della loro attività sull’ambiente e in particolare sull’ecosistema del Lago di Bolsena, uno dei laghi più vulnerabili a causa del suo lunghissimo tempo di ricambio. Questo fatto è emerso in un recente incontro del movimento Donne per il Lago con Ross Honey, presidente dell’organizzatore dei WCC “Angling Spirit” – incontro importante che dovrebbe aprire un percorso di informazione reciproca e di dialogo tra carpisti e difensori dell’ambiente, nella prospettiva di eventuali future gare del World Carp Classic sul Lago di Bolsena (nell’anno prossimo il WCC si sposterebbe in Francia, sul Lac de Madine nella Lorena). 
 
 

mercoledì 1 ottobre 2014

Problemi sul Lungolago di Capodimonte




Negli ultimi giorni si sono verificati due sversamenti fognari sul Lungolago di Capodimonte, nel tratto di competenza comunale. Mentre il primo e passato quasi inosservato, il secondo ha investito di puzza di fogne la zona attorno al bar “Il Platano”, nel bel mezzo dell’ultima domenica della stagione.

L’impianto fognario comunale sul Lungolago di Capodimonte è uno dei tratti più critici dell’intero comprensorio. Da anni si ripetono sversamenti, in parte causati da guasti delle pompe, in parte dal fatto che le stazioni non riescono a gestire il grande flusso di acque che le investono dopo forti piogge (poiché acque nere e acque piovane non sono smaltite separatamente). Secondo il direttore del COBALB, Massimo Pierangeli: "Più volte negli ultimi anni l'Amministrazione comunale è stata da noi sollecitata ad intervenire su quel tratto di collettore fognario di sua competenza. Piccoli interventi con costi limitati che avrebbero risolto il problema." Senza trovare ascolto, pero'.

Purtroppo si tratta della spiaggia con il più grande afflusso di bagnanti del Lago. In più, è priva effettivamente di sorveglianza sanitaria; dalle analisi della Goletta dei Laghi 2014 risulta “inquinata”.

Da Capodimonte giunge anche una buona notizia. Dopo un braccio di ferro lungo quattro mesi, l’amministrazione comunale ha permesso l’accesso agli atti relativi alla realizzazione di un “pontile” (oggetto di post precedenti), utilizzato durante tutta la stagione come terrazza ampliando il ristorante retrostante.