mercoledì 9 aprile 2014

Qual è il colore della primavera? Giallo!


“Che cosa fa d’aprile e maggio i mesi più piacevoli dell’anno? È il verde dei campi che induce gli uccellini a cantare e a esaltare la primavera e la sua deliziosa livrea d’un verde gaio”.
In questi giorni, la deliziosa livrea della natura è dappertutto macchiata di uno sporco marrone-arancione-giallastro, grazie all'uso di diserbanti chimici che vengono dispersi in grande quantità nei terreni coltivati, sui cigli delle strade, sui margini, sui bordi dei fossi e nei parchi cittadini - come “strategia semplice per coniugare efficacia e redditività” (pubblicità Monsanto) - atta a liberare le coltivazioni da erbe infestanti ed a sopprimere la vegetazione indesiderata in terreni privati e pubblici. La chimica nell’agricoltura industriale sostituisce ormai il lavoro dell’uomo e, sembrerebbe, rappresenta una soluzione facile ed economica. Soluzione che trascura, purtroppo, le esigenze del sistema complesso di cui le “malerbe” fanno parte, e che non tiene conto degli effetti del diserbo sugli altri membri dell’ecosistema, noi inclusi.


diserbo nel vigneto - alla salute!

I diserbanti più in uso dalle nostre parti si basano sul glifosato come principio attivo e si chiamano Roundup, Rodeo, Glifoplus, Touchdown (o Buggy, Bioglif, Clinic 360, Silglif, Taifun, Risolutiv …) . Sono erbicidi sistemici e non selettivi, “totali” e in grado di sopprimere indiscriminatamente tutta la vegetazione presente; penetrano nella pianta attraverso la vegetazione fogliare. Nel terreno il glifosato si accumula perché viene saldamente adsorbito sulle particelle del suolo (ed è perciò difficile da rilevare); il suo tempo di permanenza nel suolo e nell’acqua è relativamente lungo (da alcuni a un centinaio di giorni) e vi può essere presente in concentrazioni importanti. Non è biodegradabile: lo sottolinea la condanna definitiva per pubblicità menzognera di Monsanto, in Francia, nel 2009, (su denuncia dell’associazione Eau et Rivières de Bretagne, che aveva rilevato l’erbicida nel 78% dei campioni presi dai corsi d’acqua della Bretagna): il gigante multinazionale sosteneva che il “Roundup” fosse biodegradabile e rispettasse l’ambiente.

diserbo in un campo vicino al Lago

In generale, l’effetto più grave delle molecole di erbicidi, pesticidi, insetticidi e fungicidi deriva dal fatto che eliminano o indeboliscono certi membri o funzioni dell’ecosistema, e così disturbano il suo equilibrio globale. Tutte le conseguenze di questo disturbo sono impossibili da prevedere e possono manifestarsi in tutta la loro gravità solo dopo lunghi anni: abbiamo davanti ai nostri occhi l’esempio del degrado dell’ecosistema del Lago di Vico, da attribuire allo squilibrio introdotto da un insieme di interventi sconsiderati (tra cui l’uso di pesticidi), durante decenni, sull’ambiente.
Non mancano però neanche gli effetti immediati e puntuali su animali e umani. Già nel lontano 1987, Lorenzo Tomatis denunciava la “deliberata spietatezza” con la quale tutta la popolazione del pianeta, inclusa la sua componente più fragile che sono i bambini, è minacciata “dall’esposizione diretta alla pletora di cancerogeni, mutageni e sostanze tossiche di varia natura presenti nell’acqua, aria, suolo e cibo …”.

diserbo nell'uliveto

Negli ultimi decenni l’utilizzo di fitofarmaci di sintesi in Italia è aumentato vertiginosamente, per raggiungere quasi 200 mila tonnellate nel 2013, con più di 350 molecole diverse. Più di metà delle acque superficiali ne contengono tracce, che superano i limiti di legge in un terzo dei casi.
Se ci concentriamo sui diserbanti, e qui sul glifosato, sappiamo che è irritante (per occhi e alle vie respiratorie) per l’uomo e per animali che, dopo essere stati in contatto o avere ingerito erba trattata, dimostrano segni clinici come vomito, bava alla bocca, diarrea e convulsioni.
È tossico per organismi acquatici. Secondo una pubblicazione recente, l’uso generalizzato del glifosato potrebbe essere responsabile per la “sindrome dello spopolamento degli alveari” SSA che affligge le api negli Stati Uniti e in Europa.
Il principio attivo glifosato, com’è stato dimostrato in un recente studio tedesco, è presente nel corpo della più grande parte degli abitanti delle città europee. Glifosati sono contenuti in prodotti alimentari come cereali e leguminose e nei loro derivati provenienti dall’agricoltura convenzionale (mentre sono sostanzialmente assenti negli alimenti biologici).
Nell’uomo, il glifosato è sospettato di essere dannoso per il sistema endocrino e riproduttivo. I principali rischi segnalati per esposizione (soprattutto professionale) a questi erbicidi riguardano i tumori del sangue. Da vasti studi su agricoltori statunitensi risulta in particolare un aumentato rischio di mieloma multiplo, con un incremento del 160% per chi è esposto al glifosato.

diserbo sul ciglio stradale

Uno studio pubblicato solo alcuni mesi fa, collega l’apparizione epidemica di una nuova forma d’insufficienza cronica renale (CKDu) nello Sri Lanka, in El Salvador, Nicaragua e altre nazioni, al crescente utilizzo di glifosati nell’agricoltura. Nello Sri Lanka, dove l’epidemia ha colpito 400 mila agricoltori e ha provocato la morte di 20 mila persone, il governo ha immediatamente vietato l’uso di erbicidi che contengono questa molecola considerata concausa determinante dell’epidemia.
Un ulteriore rischio “collaterale” dei glifosati proviene dal fatto che il diserbante può dimostrare tutta la sua potenza solo in combinazione con colture di piante rese insensibili al glifosato attraverso modificazione genetica indotta: ciò che permette il diserbo anche in colture agricole già in vegetazione. Il vasto uso di glifosati è quindi intimamente legato alla proliferazione di colture OGM.
Per concludere, ricordiamo che secondo il consenso della comunità scientifica i glifosati sono tra i diserbanti più innocui, e che l’utilizzo molto diffuso di altre molecole (2,4 – D (componente del famoso agente arancio), mesotrione, terbutilazina (parente stretta della micidiale atrazina), S-metolachlor e molti altri) decisamente non è meno rischioso per noi e per l’ambiente. Nella strategia del diserbo chimico l’impiego di vari principi attivi – o in un cocktail di sostanze oppure avvicendando diversi prodotti – è comunque indispensabile per evitare lo sviluppo di resistenze nella vegetazione infestante.

diserbo nell'uliveto

Proponiamo ai comuni del Lago di rilasciare ordinanze di divieto dell’uso di diserbanti (e in generale di fitofarmaci), come avvenuto a Caprarola, a Corchiano e in molti altri comuni: un divieto di utilizzare questi prodotti in tutto il territorio urbano, sul suolo pubblico e, per salvaguardare l’ecosistema del Lago, soprattutto nelle sue vicinanze e lungo i fossi. Ricorrendo a campagne di sensibilizzazione e informazione i comuni potrebbero disincentivare progressivamente l'uso dei fitofarmaci in agricoltura.
E se potessimo tornare a odorare la fragranza dell’erba fresca tagliata, ad ammirare la livrea immacolatamente verde della natura?

 

Nessun commento:

Posta un commento