giovedì 10 aprile 2014

Il Movimento Donne per il Lago incontra Riccardo Valentini


 Il 9 marzo 2014 il Movimento Donne per il Lago aveva inviato una lettera aperta al Consigliere Regionale Riccardo Valentini chiedendo un incontro "per trovare insieme una strada per salvare il nostro Lago".
Lunedì 7 Aprile si è svolto l’incontro tra le portavoci del Movimento Donne per il Lago (MDL) e il Consigliere Regionale Riccardo Valentini. All’incontro era presente anche Daniele Camilli, della segreteria provinciale del consigliere. MDL era rappresentato da Angela Ricci, Catherine Bardinet, Francesca Ferri e Katia Maurelli.
Pubblichiamo qui il report di questo incontro:

 Al consigliere abbiamo narrato lo stato di profonda preoccupazione delle Donne per lo stato di salute del Lago di Bolsena, per il generale stato di abbandono del nostro territorio rispetto alla salvaguardia ed alla valorizzazione del suo patrimonio ambientale, a fronte di tante parole spese dagli uomini della politica sul valore delle nostre terre. Si è denunciata la minaccia che grava sulle terre attorno al lago da parte di speculatori e sfruttatori di risorse (Geotermia industriale, parchi eolici e solari di grande estensione). Si è riferito della lunga battaglia condotta per il ripristino dell’anello fognario, che allo stato attuale ha prodotto solo carta e promesse non mantenute. Abbiamo espresso il desiderio di una nuova politica agricola di conversione al biologico e di uno sviluppo verso un turismo responsabile, che garantiscano alta qualità della vita per tutte e tutti.


 Il Consigliere Valentini ha affrontato i singoli argomenti, esprimendo piena comprensione ed in generale una adesione alle istanze del MDL, rispondendo nel seguente modo:

 1) I tempi della politica sono lentissimi, e lasciano costernato una persona che come lui giunge alla politica dalla dimensione della ricerca applicata; la lentezza burocratica spiega il fatto che ancora non siano disponibili i soldi stanziati per l’ammodernamento dell’anello fognario. Nel corso di Aprile saranno istallate le nuove pompe che la Regione Lazio ha acquistato direttamente (evitando di girare fondi al Cobalb) per un importo di euro 60.000. Un intervento simile era stato fatto nell’agosto del 2013. Quest’anno hanno voluto anticipare i tempi di riparazione rispetto alla stagione estiva. Dobbiamo considerarlo un buon risultato. La Regione Lazio sta varando la normativa derivante dal Piano di gestione dello ZPS (Zona a Protezione Speciale), ma su questo punto Valentini si è dimostrato evasivo, o comunque non informato. Abbiamo fatto la richiesta di inserire un tecnico rappresentante dei Comitati Cittadini, e comunque siamo pronte a presentare le nostre valutazioni sul nuovo regolamento entro 90 giorni dalla sua pubblicazione, come previsto dalla legge.

 2) La nuova legge regionale sull’acqua pubblica (che per prima in Italia accoglie i risultati referendari sull’acqua bene comune) rimette in discussione l’intero sistema delle società di gestione, ed il dibattito è in corso fra i politici e chi aspira a lottizzare nuovamente l’acqua potabile (anche se la nuova legge crea forti impedimenti alla lottizzazione, giacché stabilisce che la gestione dell’acqua potabile non deve produrre utili). Valentini si è dichiarato favorevole all’idea di un organismo pubblico di gestione dell’acqua pubblica e dell’anello fognario del Lago, creato sulla base di un azionariato cittadino, e vincolato da un serio meccanismo di verifica e controllo. I tempi di definizione del nuovo ente di gestione prevedono 90 gg. Resta evidente che tutto si gioca sulla scacchiera politica, dove c’è chi spinge per una mega gestione unica regionale, e a favore di tale soluzione Valentini ha sottolineato che questo garantirebbe una disponibilità maggiore di denaro proveniente dalle bollette di tutta la regione per mantenere l’anello fognario del Lago in buono stato.

 3) Questione Arsenico: ad oggi sono stati istallati 20 dearsenificatori nei comuni con tasso alto di arsenico; entro dicembre 2014 sarà completata l’istallazione di dearsenificatori anche nei comuni con tasso di arsenico tra 10 e 20mg (i comuni del nostro territorio). Ma il grande problema dei dearsenificatori è il costo di ricambio dei filtri che non potrà essere garantito da fondi regionali.
 Resta di vitale importanza realizzare dei sistemi di miscelazione con acque prive di arsenico; a tal fine la regione sta ovviando in vari modi e per il nostro territorio si punta ad utilizzare le acque del Lago, dunque si fa stringente la necessità di innalzare il livello di qualità delle sue acque.

 4) Gestione del livello delle acque del Lago. Senza dilungarci sulla questione, diciamo che a fronte di una proposta di sistema elettronico avanzata da Valentini, le donne del MDL hanno espresso il desiderio che il controllo del livello del lago continui ad essere fatto da un essere umano che vive sul lago, e vede e ascolta chi vive sul lago piuttosto che da una centralina elettronica gestita a distanza. E soprattutto che prima di ogni spesa ulteriore, si provveda a svitare la palina di misurazione ed a riposizionarla eliminando l’attuale errore di cm 25 che falsa ogni valutazione!!!

 5) Agricoltura: il Consigliere Valentini è particolarmente sensibile ad una conversione dell’agricoltura al biologico, anche per sua specifica competenza professionale (vedi sul suo profilo fb report su Cambiamenti climatici e agricoltura). Si è espresso unanime disappunto per la quantità di diserbo che in questi giorni si è riversato sul territorio della Tuscia, anche a pochi metri dal lago. E’ urgente avviare un progetto generale di conversione ad un’agricoltura rispettosa dell’ecosistema, giacché le pratiche agricole basate su diserbanti, anticrittogamici e fertilizzanti chimici hanno già distrutto il Lago di Vico e sono stati individuati come concausa principale dell’inquinamento del Lago di Bolsena. Abbiamo sollecitato un intervento di sensibilizzazione degli imprenditori agricoli e di valorizzazione e diffusione delle buone pratiche di vita in generale ed agricole in particolare. Abbiamo espresso forti dubbi sul sistema delle Certificazioni biologiche in agricoltura che hanno raggiunto costi insostenibili e dunque disincentivano gli agricoltori; e Valentini ha auspicato che tali certificazioni possano un giorno essere rilasciate da ente pubblico regionale o ministeriale, tenendo conto che negli uffici pubblici lavorano figure professionali adeguate a tal fine.

 In conclusione, siamo state sollecitate ad avviare un percorso comune con le istituzioni per sostenere azioni di miglioramento delle politiche ambientali sul territorio, e per ulteriori decisioni è necessario che MDL si riunisca di nuovo. E’ necessario fissare i nostri obiettivi politici, valutare le nostre risorse creative, misurare la disponibilità delle singole ad eventuali impegni per la collettività, stabilire eventuali condizioni ad eventuali collaborazioni… a buon intenditrice, poche parole!!!

mercoledì 9 aprile 2014

Qual è il colore della primavera? Giallo!


“Che cosa fa d’aprile e maggio i mesi più piacevoli dell’anno? È il verde dei campi che induce gli uccellini a cantare e a esaltare la primavera e la sua deliziosa livrea d’un verde gaio”.
In questi giorni, la deliziosa livrea della natura è dappertutto macchiata di uno sporco marrone-arancione-giallastro, grazie all'uso di diserbanti chimici che vengono dispersi in grande quantità nei terreni coltivati, sui cigli delle strade, sui margini, sui bordi dei fossi e nei parchi cittadini - come “strategia semplice per coniugare efficacia e redditività” (pubblicità Monsanto) - atta a liberare le coltivazioni da erbe infestanti ed a sopprimere la vegetazione indesiderata in terreni privati e pubblici. La chimica nell’agricoltura industriale sostituisce ormai il lavoro dell’uomo e, sembrerebbe, rappresenta una soluzione facile ed economica. Soluzione che trascura, purtroppo, le esigenze del sistema complesso di cui le “malerbe” fanno parte, e che non tiene conto degli effetti del diserbo sugli altri membri dell’ecosistema, noi inclusi.


diserbo nel vigneto - alla salute!

I diserbanti più in uso dalle nostre parti si basano sul glifosato come principio attivo e si chiamano Roundup, Rodeo, Glifoplus, Touchdown (o Buggy, Bioglif, Clinic 360, Silglif, Taifun, Risolutiv …) . Sono erbicidi sistemici e non selettivi, “totali” e in grado di sopprimere indiscriminatamente tutta la vegetazione presente; penetrano nella pianta attraverso la vegetazione fogliare. Nel terreno il glifosato si accumula perché viene saldamente adsorbito sulle particelle del suolo (ed è perciò difficile da rilevare); il suo tempo di permanenza nel suolo e nell’acqua è relativamente lungo (da alcuni a un centinaio di giorni) e vi può essere presente in concentrazioni importanti. Non è biodegradabile: lo sottolinea la condanna definitiva per pubblicità menzognera di Monsanto, in Francia, nel 2009, (su denuncia dell’associazione Eau et Rivières de Bretagne, che aveva rilevato l’erbicida nel 78% dei campioni presi dai corsi d’acqua della Bretagna): il gigante multinazionale sosteneva che il “Roundup” fosse biodegradabile e rispettasse l’ambiente.

diserbo in un campo vicino al Lago

In generale, l’effetto più grave delle molecole di erbicidi, pesticidi, insetticidi e fungicidi deriva dal fatto che eliminano o indeboliscono certi membri o funzioni dell’ecosistema, e così disturbano il suo equilibrio globale. Tutte le conseguenze di questo disturbo sono impossibili da prevedere e possono manifestarsi in tutta la loro gravità solo dopo lunghi anni: abbiamo davanti ai nostri occhi l’esempio del degrado dell’ecosistema del Lago di Vico, da attribuire allo squilibrio introdotto da un insieme di interventi sconsiderati (tra cui l’uso di pesticidi), durante decenni, sull’ambiente.
Non mancano però neanche gli effetti immediati e puntuali su animali e umani. Già nel lontano 1987, Lorenzo Tomatis denunciava la “deliberata spietatezza” con la quale tutta la popolazione del pianeta, inclusa la sua componente più fragile che sono i bambini, è minacciata “dall’esposizione diretta alla pletora di cancerogeni, mutageni e sostanze tossiche di varia natura presenti nell’acqua, aria, suolo e cibo …”.

diserbo nell'uliveto

Negli ultimi decenni l’utilizzo di fitofarmaci di sintesi in Italia è aumentato vertiginosamente, per raggiungere quasi 200 mila tonnellate nel 2013, con più di 350 molecole diverse. Più di metà delle acque superficiali ne contengono tracce, che superano i limiti di legge in un terzo dei casi.
Se ci concentriamo sui diserbanti, e qui sul glifosato, sappiamo che è irritante (per occhi e alle vie respiratorie) per l’uomo e per animali che, dopo essere stati in contatto o avere ingerito erba trattata, dimostrano segni clinici come vomito, bava alla bocca, diarrea e convulsioni.
È tossico per organismi acquatici. Secondo una pubblicazione recente, l’uso generalizzato del glifosato potrebbe essere responsabile per la “sindrome dello spopolamento degli alveari” SSA che affligge le api negli Stati Uniti e in Europa.
Il principio attivo glifosato, com’è stato dimostrato in un recente studio tedesco, è presente nel corpo della più grande parte degli abitanti delle città europee. Glifosati sono contenuti in prodotti alimentari come cereali e leguminose e nei loro derivati provenienti dall’agricoltura convenzionale (mentre sono sostanzialmente assenti negli alimenti biologici).
Nell’uomo, il glifosato è sospettato di essere dannoso per il sistema endocrino e riproduttivo. I principali rischi segnalati per esposizione (soprattutto professionale) a questi erbicidi riguardano i tumori del sangue. Da vasti studi su agricoltori statunitensi risulta in particolare un aumentato rischio di mieloma multiplo, con un incremento del 160% per chi è esposto al glifosato.

diserbo sul ciglio stradale

Uno studio pubblicato solo alcuni mesi fa, collega l’apparizione epidemica di una nuova forma d’insufficienza cronica renale (CKDu) nello Sri Lanka, in El Salvador, Nicaragua e altre nazioni, al crescente utilizzo di glifosati nell’agricoltura. Nello Sri Lanka, dove l’epidemia ha colpito 400 mila agricoltori e ha provocato la morte di 20 mila persone, il governo ha immediatamente vietato l’uso di erbicidi che contengono questa molecola considerata concausa determinante dell’epidemia.
Un ulteriore rischio “collaterale” dei glifosati proviene dal fatto che il diserbante può dimostrare tutta la sua potenza solo in combinazione con colture di piante rese insensibili al glifosato attraverso modificazione genetica indotta: ciò che permette il diserbo anche in colture agricole già in vegetazione. Il vasto uso di glifosati è quindi intimamente legato alla proliferazione di colture OGM.
Per concludere, ricordiamo che secondo il consenso della comunità scientifica i glifosati sono tra i diserbanti più innocui, e che l’utilizzo molto diffuso di altre molecole (2,4 – D (componente del famoso agente arancio), mesotrione, terbutilazina (parente stretta della micidiale atrazina), S-metolachlor e molti altri) decisamente non è meno rischioso per noi e per l’ambiente. Nella strategia del diserbo chimico l’impiego di vari principi attivi – o in un cocktail di sostanze oppure avvicendando diversi prodotti – è comunque indispensabile per evitare lo sviluppo di resistenze nella vegetazione infestante.

diserbo nell'uliveto

Proponiamo ai comuni del Lago di rilasciare ordinanze di divieto dell’uso di diserbanti (e in generale di fitofarmaci), come avvenuto a Caprarola, a Corchiano e in molti altri comuni: un divieto di utilizzare questi prodotti in tutto il territorio urbano, sul suolo pubblico e, per salvaguardare l’ecosistema del Lago, soprattutto nelle sue vicinanze e lungo i fossi. Ricorrendo a campagne di sensibilizzazione e informazione i comuni potrebbero disincentivare progressivamente l'uso dei fitofarmaci in agricoltura.
E se potessimo tornare a odorare la fragranza dell’erba fresca tagliata, ad ammirare la livrea immacolatamente verde della natura?