sabato 27 ottobre 2012

Lacune nei controlli Arpa sul bacino lacustre più importante della Tuscia?

L'ultima edizione del RadioGiornale di Montefiascone è ricca e interessante. Tra l'altro, contiene un articolo intitolato "Lacune nei controlli Arpa sul bacino lacustre più importante della Tuscia?", redatto dal Comitato Cittadino di Bolsena, che riproduciamo nella sua forma integrale:

ARPA – agenzia per la protezione dell’ambiente?
 
All’occasione dell’incontro “Recupero e Valorizzazione del Lago di Bolsena”, il 20 settembre scorso a Marta, il professor Nascetti, professore ordinario di Ecologia dell'Università degli Studi della Tuscia di Viterbo, ha dichiarato, senza mezze parole, che le analisi dell’ARPA Lazio per quanto riguarda la determinazione dello stato ecologico (SEL) del Lago di Bolsena, non sono attendibili.

Un giudizio che stupisce poiché “la parola dell’ARPA è legge” (come ricordò il Sindaco di Marta durante lo stesso incontro), il suo verdetto è ultimo è irrevocabile: all’importanza singolare di questa posizione dovrebbe corrispondere un senso di responsabilità altrettanto alto.

Però, dopo la lettura del Rapporto Tecnico 2011 dell’ARPA Lazio “Qualità delle acque del Bacino del fiume Marta” e dopo un confronto con le analisi date dalle associazioni “Lago di Bolsena” e “La Porticella” nei loro rispettivi rapporti annuali, siamo inclini a dare ragione a Nascetti: gravi errori e omissioni caratterizzano la determinazione dall’ARPA dello stato ecologico, ma anche dello stato chimico (che insieme al SEL definisce lo “stato di qualità”) e dello stato igienico sanitario del Lago.

Secondo la normativa applicata nel rapporto dell’ARPA, lo stato ecologico è determinato da 4 parametri quando manifestano i valori annuali più sfavorevoli, ossia: la trasparenza, la concentrazione dell’ossigeno, la concentrazione della clorofilla "a" e la concentrazione del fosforo. Le deduzioni dell’ARPA si basano su campioni presi in aprile e in luglio, lontano dalle condizioni di “massima stratificazione” (che si verificano in dicembre) prescritte dalla normativa per la determinazione delle concentrazioni “più sfavorevoli” dell’ossigeno e del fosforo.

La conseguenza di questo errore è, che il giudizio dell’ARPA sullo stato ecologico del Lago di Bolsena (“buono”)  è privo di base scientifica e, infatti, “inattendibile”.

Le analisi dell’ARPA per la determinazione dello stato chimico del Lago evidenziano concentrazioni di atrazina e altri prodotti fitosanitari e biocidi molto variabili con la profondità e con il tempo, in genere largamente superiori ai limiti di legge, altre volte sotto le soglie di risoluzione delle misurazioni; variazioni senza evidente trend sistematico. Il rapporto, riferendosi a queste fluttuazioni inspiegabili, costata (giustamente) la necessità di ulteriori approfondimenti.

Malgrado questi fatti, il rapporto per l’anno 2011 definisce lo stato di qualità come “buono”, dove invece, con rigore scientifico, dovrebbe costatare che nessuna affermazione è possibile per mancanza di dati rilevanti.

Infine, al riguardo dello stato igienico sanitario del Lago di Bolsena, vediamo che la balneabilità risulta, sempre secondo il rapporto in questione, quasi dappertutto “eccellente”: in chiara contradizione con il fatto che da ormai tre anni il collettore circumlacuale delle acque fognarie è disastrato, che nella stagione 2011 sono stati documentati numerosi riversamenti di liquami fognari nel lago, che da anni alcune stazioni di pompaggio del collettore erano prive di pompe e versavano liquami sistematicamente in fossi o direttamente nel Lago, che interi quartieri sulle sponde del Lago sono privi di sistemi di raccolta e smaltimento di acque fognarie (p. e. Sant’Antonio a Bolsena), e che la Regione, allertata dalla raccolta firme “Salvalago”, si è resa conto della gravità della situazione e ha stanziato quasi 4 milioni di Euro per il risanamento del sistema fognario.

Com’è possibile definire eccellente la balneabilità di una spiaggia come quella di Capodimonte dove all’inizio di settembre 2011 si sono riversate, per cinque giorni, tutte le acque fognarie del Comune? La spiegazione sta nel fatto che l’ARPA fa troppo poche analisi dell’inquinamento sanitario, nel tempo e nei luoghi, per tutelare a dovere i cittadini.

Nel caso del Lago di Bolsena, l’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale non protegge né l’ambiente né il cittadino. Chi li protegge?

Comitato Cittadino di Bolsena

  

domenica 21 ottobre 2012

Salvalago - un anno dopo: comunicato stampa



 

Ricorrenza della petizione “SALVALAGO” un anno dopo

Giusto un anno fa, il 18 ottobre 2011, a Palazzo Gentili di Viterbo, 18 associazioni ambientaliste organizzatrici della petizione “salvalago” hanno presentato al Presidente della Provincia Marcello Meroi e all’Assessore all’Ambiente Paolo Equitani, in presenza di folto pubblico, una scatola contenente le schede firmate da quasi 14 mila cittadini che chiedevano alla Regione Lazio il risanamento del disastrato sistema fognario del lago di Bolsena.
scia fognaria sulla spiaggia di Capodimonte, estate 2011
 

Grazie all’efficace azione congiunta delle Amministrazioni locali e degli Ambientalisti, la Regione Lazio ha inserito nel bilancio 2012 uno stanziamento di 2,5 milioni di euro e in quello del 2013 altri 1,5 milioni. Una prima tranche di 190 mila Euro è stata appaltata d’urgenza evitando il crollo del sistema fognario  durante l’estate 2012.

Ci illudevamo che nel corso dell’autunno venissero iniziati i lavori previsti dal bilancio 2012 e invece non si parla nemmeno di indire le relative gare d’appalto. Sulla vicenda grava un pesante silenzio, malgrado fosse stata promessa la massima trasparenza. Ci chiediamo ora se i milioni stanziati in bilancio sono veri e spendibili o soltanto vagamente promessi. 

Su questo tema corrono voci preoccupanti, aggravate dalle dimissioni del Governatore della Regione Lazio e dal ritiro della delega all’Assessore regionale all’Ambiente, per cui potrebbe mancare una controparte responsabile fino alla composizione della nuova giunta, la cui elezione è prevista a febbraio. Se dovessimo attendere così tanto tempo la stagione 2013 sarebbe sicuramente compromessa. Inoltre subiremo pesanti multe della UE per le mancate migliorie della salute del lago, richieste entro il 2015.

Per avere qualificati aggiornamenti abbiamo chiesto un incontro con il Dirigente regionale del Servizio Acque Arch. Giorgio Maggi dal quale attendiamo una cortese risposta. Dopo l’incontro avremo cura di trasmettere alla cittadinanza quanto ci è stato comunicato.

Piero Bruni dell’Associazione Lago di Bolsena, in qualità di capofila delle 18 Associazioni che hanno organizzato la petizione SALVALAGO

 

   

 

 

 

giovedì 18 ottobre 2012

Impatto della navigazione sull’ecosistema del Lago


Rispondiamo alla domanda di una lettrice:

“vorrei conoscere quali siano i motivi ecologici che spingono verso un divieto delle barche a motore a combustione. In attesa di leggere vostre eventuali delucidazioni, saluto cordialmente, Maria Tellik”

(nella risposta ci appoggiamo in parte sul “Rapporto sullo stato di salute del Lago di Bolsena” dell’associazione La Porticella)

Il Lago di Bolsena è l’unico lago di dimensioni medio-grandi dell’Italia centrale dove è ammessa la navigazione da diporto con motori a combustione. In molti laghi nel mondo l’uso di motori a combustione è vietato o fortemente disciplinato.

La navigazione ha un’indubbia impronta negativa sull’ecosistema del Lago - causa direttamente inquinamento e deteriora l’ecosistema in altri modi. Invece è assente l’effetto benefico delle eliche (vedi “La favola dell’ossigenazione”).

- per un motoscafo con motore a combustione, fino al 30% del carburante consumato è rilasciato nell’acqua. Questo inquinamento è legato alla qualità e lo stato tecnico dei motori che attualmente non sono sottomessi a controlli. Non disponiamo di misurazioni affidabili dell’inquinamento da idrocarburi e da certi additivi al carburante, tossici e cancerogeni (certi idrocarburi poliaromatici, MTBE ...), e neanche della concentrazione di sostanze rilasciate da vernici protettive antivegetative delle barche.

- per quanto riguarda l’inquinamento da fosforo, sappiamo che a ogni passaggio di un motoscafo in acque basse (fin a circa 6 metri), una parte del fosforo assorbito da sedimenti fini depositati sul fondo viene, a causa del rimescolamento del fondo, rimesso in sospensione, per essere facilmente disponibile come nutriente. Più potente il mezzo, più efficace il rimescolamento.

- le numerose barche turistiche inquinano tramite scarichi fognari abusivi o accidentali, soprattutto le barche cabinate - una parte consistente di loro scarica le acque nere, spesso arricchite di prodotti chimici, direttamente o dai serbatoi “a mare”; d’altronde mancano nei porti le strutture per smaltire i liquami accumulati nei serbatoi. Si stima che così, in giornate di forte afflusso, qualche centinaio di turisti fa i loro bisogni nel Lago.

- le aree di sosta delle barche sono fonte di forte inquinamento (sversamento di carburante, di varie sostanze durante lavori di manutenzione, di liquami) che irradiano sulle zone limitrofe e su tutto il Lago.

- le barche a motore a combustione causano un notevole inquinamento acustico.

- le barche a motore facilitano l’accesso a zone protette dalla riva, con un degrado conseguente di flora e fauna. Già il loro passaggio vicino a nidi, tane, e in generale a habitat protetti, porta al degrado della fauna.

È difficile quantificare questi effetti. Le barche sono probabilmente la terza causa d’inquinamento diretto, dopo scarichi fognari e l’inquinamento causato dall’agricoltura, e la terza causa di deterioramento dell’ecosistema, dopo la cementificazione (“urbanizzazione”) e gli interventi dell’agricoltura convenzionale.

Alcuni dei punti elencati sono già oggetto di regolamenti e divieti in vigore – l’osservazione di queste regole però non è assicurata, perché mancano i mezzi per un controllo efficace e continuo.

Per limitare l’impatto ambientale globalmente negativo delle barche a motore, le Misure di Gestione del Piano di Gestione della ZPS Lago di Bolsena propongono, come misura immediata, la limitazione del numero delle barche (oggi in principio illimitato) a meno di mille in tutto il Lago, e della potenza dei motori a meno di 40 cavalli - nel 2010, solo a Capodimonte erano posteggiate più di 400 barche a motore (delle quali più di 100 in posti abusivi), con una potenza media di quasi 100 cavalli.

L’ecosistema del Lago non può assorbire uno stress ambientale sempre crescente, senza limiti.

Bisognerebbe confinare le barche a motore ai posteggi regolamentari, omologati e sorvegliati da personale abilitato. Questi posteggi devono essere corredati di strutture per accogliere le acque nere dalle barche, oli usati e carburante, che devono essere avviati al loro smaltimento corretto. Il personale deve sorvegliare l’utilizzo di questi impianti, e sorvegliare ed eliminare possibili inquinamenti nei porti. Da sopprimere i posteggi “selvaggi” diffusi, e da introdurre e far rispettare una distanza di sicurezza dagli habitat sensibili. Da favorire l’introduzione di motori elettrici, ad esempio per i noleggi di barche.

Nella prospettiva, le barche turistiche con motori a combustione non hanno più posto nel Lago. È da favorire un turismo rispettoso dell’ambiente e interessato nella flora e fauna ricostituita del lago, con escursioni guidate negli habitat delle specie autoctone da punti d’osservazione definiti. Non solo l’ambiente beneficerebbe di questo cambiamento – la transizione a un turismo più “verde” promette nuove prospettive economiche per il Lago: fatto avverato per molti laghi in Europa, per esempio i laghi prealpini in Baviera.